La seduta di Voice Dialogue o seduta di Dialogo delle Voci (in Italia) è lo strumento principale del metodo VD ed è un’esplorazione del mondo interiore che ha lo scopo di “dar voce” ai Sé psichici che possono così manifestare i propri bisogni, desideri, paure. Questo avvia un processo di consapevolezza ed accettazione della loro esistenza. La persona impara a riconoscerne le ragioni e ad onorare il ruolo che hanno avuto nella sua crescita. Solo questo potrà trasformarli da potenziali sabotatori in alleati.

Seduta di Voice Dialogue
La seduta di Voice Dialogue rappresenta lo strumento operativo centrale nell’ambito della metodologia del Dialogo delle Voci. Essa consente di entrare in relazione diretta con le diverse parti psichiche, dette Sé interiori, e di favorirne l’espressione consapevole attraverso un processo dialogico strutturato.
Il ruolo del terapeuta-facilitatore è quello di porre domande mirate, capaci di attivare e chiarificare l’energia specifica di ciascun Sé. Tali domande permettono alla sub-personalità di emergere come configurazione energetica autonoma e coerente, con un proprio stile comunicativo, emozionale e corporeo.
La seduta si configura come un’intervista condotta con atteggiamento neutrale, accogliente e non giudicante. Questo implica che il linguaggio, tanto verbale quanto non verbale, venga modulato di volta in volta in sintonia con l’energia del Sé che si sta manifestando. Solo attraverso questa sintonizzazione empatica ed energetica il Sé può sentirsi realmente riconosciuto e accettato, condizione necessaria perché possa esprimersi pienamente.
Sintonizzarsi con l’energia del Sé: la risonanza come via d’accesso
Per comprendere il valore di tale risonanza, si può pensare a un Sé autoritario e colmo di rabbia che emerge durante una seduta: in una situazione di questo tipo, un approccio esitante o eccessivamente remissivo da parte del facilitatore risulterebbe dissonante e invalidante.
È invece necessario che egli entri in contatto con quella stessa qualità energetica, utilizzando un tono, una postura e una presenza coerenti con il Sé in questione, così da favorirne l’espressione autentica senza che esso si senta ridicolizzato, svalutato o frainteso.
Per questa ragione, la formazione del facilitatore non può limitarsi alla dimensione tecnica: è fondamentale che egli abbia intrapreso, e continui a coltivare, un percorso personale di consapevolezza e crescita interiore. Solo attraverso un lavoro esperienziale diretto con i propri Sé sarà infatti in grado di riconoscere, sostenere e accogliere l’energia dell’altro con competenza e autenticità.
Il processo trasformativo nella seduta di Voice Dialogue
La seduta di Voice Dialogue si configura come un‘esplorazione strutturata del mondo interiore, in cui i diversi Sé psichici sono invitati a esprimersi liberamente, dando voce a bisogni, desideri, timori e tensioni che abitano la psiche.
Questo spazio di ascolto consente alla persona di divenire consapevole dell’esistenza di tali energie interiori, di riconoscerne le ragioni profonde e di onorare il ruolo che esse hanno avuto nel suo percorso di sviluppo. Solo attraverso questo riconoscimento profondo, i Sé possono trasformarsi da potenziali elementi di sabotaggio interno a risorse evolutive e alleate del processo di crescita.
È da qui che prende avvio il cambiamento e l’emergere di un maggiore equilibrio intrapsichico.
Nel corso della seduta non si attribuisce maggiore valore a un Sé rispetto a un altro: vengono accolte tanto le parti primarie, quelle strutture di adattamento sviluppatesi precocemente e con le quali l’individuo tende a identificarsi, quanto i Sé rinnegati, ovvero quegli aspetti repressi, disconosciuti o rimossi perché non conformi alle aspettative familiari, culturali o sociali.
La pratica della seduta si fonda sul principio dell’equivalenza energetica: ogni Sé ha pari dignità espressiva e il diritto di manifestarsi. Questo permette il fluire dell’energia psichica tra polarità complementari: Sé primari e Sé rinnegati, vulnerabilità e potere, femminile e maschile, in un movimento archetipico che riflette la danza universale degli opposti.
Si tratta di un processo naturale, inscritto nella vita psichica e simbolicamente rappresentabile attraverso immagini come lo yin e yang.
L’integrazione finale: visione lucida e Io Cosciente
La fase conclusiva della seduta è dedicata a ciò che viene definito visione lucida. In questa parte, il facilitatore restituisce in modo fedele e privo di interpretazioni soggettive quanto emerso durante l’incontro: rievoca le voci ascoltate, descrive le sub-personalità che si sono manifestate e ne sintetizza le caratteristiche principali.
Questo momento permette alla persona di distanziarsi da quanto vissuto, assumendo il punto di vista dell’Io Cosciente (o Aware Ego), e di integrare l’esperienza con maggiore chiarezza e consapevolezza.
Durante la seduta, infatti, si può verificare una lieve alterazione dello stato ordinario di coscienza; la visione lucida ha il compito di ancorare l’esperienza, facilitare il ricordo e favorire la disidentificazione dai Sé, rendendo possibile una comprensione più ampia e accogliente delle proprie dinamiche interiori.
La sequenza costituita dall’incontro con i Sé, dal consolidamento dell’Io Cosciente e dalla visione lucida rende la seduta di Voice Dialogue un processo unico, trasformativo e profondamente incisivo. Si tratta di un’esperienza che tocca le radici dell’essere senza giudicare, restituendo alla persona un senso di libertà, leggerezza e possibilità di cambiamento, che spesso si riflette sia nella percezione di sé che nella qualità delle relazioni.
Per intraprendere un percorso con il Voice Dialogue, è fondamentale affidarsi a un facilitatore esperto o a un counselor adeguatamente formato.
L’Associazione Voice Dialogue Italia offre un elenco aggiornato dei professionisti accreditati, consultabile nel sito ufficiale. Gli operatori presenti in questa directory aderiscono al protocollo internazionale IVDA (International Voice Dialogue Agreement), redatto e approvato da Hal e Sidra Stone, che garantisce standard elevati di preparazione, supervisione e aggiornamento continuo.
Il logo dell’Associazione rappresenta un lemnisco, simbolo dell’infinito e del flusso incessante dell’energia tra gli opposti. A questo è stato aggiunto un elemento circolare posto in alto, metafora dell’Io Cosciente: una presenza consapevole, capace di abbracciare e includere tutte le polarità in modo equidistante e relazionale.
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Buongiorno Marni,
davvero neanch’ io conoscevo questo mondo. Grazie per l’articolo.
ciao Josè, questa è solo una parte della mia formazione, ma è veramente molto affascinante (ed efficace). spero che ti arrivi la notifica del messaggio.:-) A presto Marni
Buonasera Marni,
La lettura de il Voice Dialogue o Dialogo delle Voci ha aperto un mondo sconosciuto e impensabile.
Grazie per aver dato la possibilità di leggerlo e l’opportunità di crescita apprendendo di un mondo nostro interiore che, pur latente, opera con noi e per noi 🙂
Splendido lavoro che merita encomio ed una conoscenza diffusa
Buona serata 🙂
Margy
Salve Margy, sono felice che tu ti sia avvicinata a questo metodo meraviglioso che io uso da tanti anni, ma che sempre mi stupisce per le sua profondità e velocità nel portare a galla i nodi irrisolti che ci influenzano. Un caro saluto Marni