L’articolo seguente di J.Chevalier-A.Geerbrant esplora una tecnica Dreamwork basata su analisi e amplicazione dei sogni: i sogni vanno inseriti in un contesto, l’interpretazione dei simboli che vi compaiono sono una catena di relazioni senza fine che richiede attenzione e partecipazione. Di qui la necessità di coinvolgere il sognatore mettendolo al centro della sua storia per ri-costruire e ri-visitare il regno fantasmatico del sogno che torna a vivere nella realtà. 

analisi-e-amplificazione-dei-sogni

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“Comprendere l’immaginario non è una semplice questione di immaginazione” sostengono  J.Chevalier-A.Geerbrant. Questa frase  mette in evidenza una visione positivista  e concreta con la quale affrontare analisi e amplificazione dei sogni.

Esaminare una  serie di elementi legati al sogno sarà  la strada da seguire per raccogliere più  informazioni sul materiale onirico e sull’impatto    provocato nel sognatore.

Tirare le fila di tutto quello che emerge fra associazioni e ricordi sarà il compito di chi ascolta, sostiene e facilita questo percorso.

Gli aspetti   fondamentali su cui punta l’attenzione questa tecnica di lavoro Dreamwork sono: il contesto in cui muovono i sogni, la continuità nella serie di sogni, le associazioni che provocano nel sognatore, l’amplificazione delle  situazioni narrate, il significato dei simboli nell’esperienza personale e nell’inconscio collettivo.

Analisi e amplificazione dei sogni secondo Chevalier-Geerbrant

L’ interpretazione dei simboli onirici esige che ciascuno dei tre elementi dell’analisi sia da porre in un contesto, da chiarire con associazioni spontanee e, se è possibile, da ampliare, come l’ingrandimento di una fotografia. La prima regola, quella del contesto, mette in guardia contro l‘interpretazione di un sogno isolato.

Se infatti è utile ascoltare il racconto molto preciso di un sogno, non di meno è altrettanto necessario conoscere più sogni dello stesso soggetto, sogni svoltisi in date ravvicinate, poi in date e luoghi diversi: un sogno fa parte di un intero insieme immaginativo, non è che scena di un grande dramma dai cento atti diversi.

Si tratta di non confondere o sovrapporre queste scene, ma di coglierne le articolazioni. Il contesto implica anche la conoscenza del sognatore, della sua storia, della sua coscienza dell’idea che si fa di se’ e della sua situazione, poiché la sua vita immaginaria è essa stessa parte di un insieme, che è la vita totale della persona nella società.

Questa esigenza conduce parimenti a esaminare gli ambienti nei quali il soggetto agisce e che reagiscono su di lui. Il sogno, malgrado l’apparenza slegata, si inserisce in una continuità. L’interpretazione dei simboli, notturni o diurni, è una catena senza fine di relazioni. Comprendere l’immaginario non è una semplice questione di immaginazione.

L’associazione aggiunge allo studio del contesto, in qualche modo oggettivo, quello del contesto soggettivo. L’autore del sogno è invitato ad esprimere spontaneamente tutto ciò che evocano in lui le immagini, i colori, i gesti, le parole del sogno, prese isolatamente o in gruppo. E’ un’occasione per lui di manifestare legami che erano latenti, nodi emotivi o immaginativi insospettati. Queste associazioni sono fondamentali per interpretazioni dei simboli, ma sono spesso fragili, artificiali, più o meno volute, deformanti ed aberranti, in breve sono da accettare con cautela.

L’amplificazione consiste nel dare al sogno analizzato la massima risonanza. Si arriva a questo risultato sia attraverso le associazioni spontanee del soggetto, sia invitandolo a continuare la scena del sogno, come farebbe se partisse da un dato vissuto nello stato di veglia.

L’amplificazione volontaria essere di due tipi: a occhi aperti, con il minimo di controllo, oppure come un sogno coscientemente diretto. Essa può provocare una rottura di senso, ma spesso chiarirà il significato del sogno e le sue ambiguità…

Se l’amplificazione da parte del soggetto non è ancora sufficiente a decifrare i simboli, si può ricorrere ad un’altra amplificazione in cui l’interprete prende l’iniziativa, ricorrendo con prudente circospezione all’immenso tesoro delle varie scienze umane.

Questi paralleli storici, sociologici, mitologici, etnologici attinti dal folklore come dalla storia delle religioni, permettono di porre il contenuto del sogno, spoglio di associazioni, in rapporto con il patrimonio psichico e umano generale. Questo tipo di amplificazione è caratteristico della scuola di Jung e, usato con opportuna cautela, ha svelato più di un enigma.

In un saggio di sociologia del sogno Roger Bastide mostra bene queste radici sociali dell’immaginario: ” Alcuni etnologi hanno messo in piena luce quelle che potrebbero chiamarsi le quinte dei sogni: l’autore del sogno prende l’armamentario dei suoi sogni dall’ampia riserva delle rappresentazioni collettive che la sua civiltà gli fornisce: questo fa sì che vi sia continuità fra le due metà della vita umana, che scambi continui si svolgano fra il sogno e il mito, fra le fantasie individuali e le costrizioni sociali, che il culturale attraversi lo psichico e lo psichico si inserisca nel culturale.” (Le Reve ele Sociétés Humaines” Op. collettiva Parigi 1967)

Jean Chevalier – Alain Gheerbrant “Dizionario dei simboli” BUR Rizzoli 1986

Marzia Mazzavillani Copyright © Vietata la riproduzione del testo

Testo ripreso ed ampliato da un mio articolo pubblicato sulla Guida sogni Supereva in dicembre 2007

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Analisi e amplificazione dei sogni secondo Chevalier-Geerbrant ultima modifica: 2014-12-01T07:00:26+01:00 da Marni