Una veloce panoramica delle  scoperte nell’ambito dei sogni e del sonno paradossale dalla traduzione di “Rêver : le monde fascinant des rêves” di   Mathilde Regnault et Ellen Faivre  pubblicato sulla rivista francese Futura Science. Vengono presi in considerazione cicli e durata dei sogni, differenze di sogni fra i sessi  e differenze legate all’età biologica.

sogni e sonno paradossale

sogni e sonno paradossale

Nessun esame scientifico offre la sicurezza al 100% che chi si trova nella fase di sonno paradossale stia sognando. Ma l’esperienza empirica, quando i sognatori si risvegliano in questa fase, spesso lo conferma.

Così’ le persone che si svegliano durante il sonno paradossale ricordano i loro sogni in una percentuale dell’ 85% contro il 10-15% riscontrabile in altri momenti  del sonno.
Si stima che un individuo sogni in media 100 minuti ogni notte, nella misura di 15-20 minuti di sonno paradossale per ogni ciclo di sonno, e di 4-5 cicli di sonno per notte. Una persona di 60 anni passa circa 5 anni della sua vita a sognare e un totale di 20 anni a dormire.

Sogni e sonno paradossale cicli e durata

Le fasi di una notte di sonno non sono tutte eguali: durante il primo ciclo la fase di sonno profondo è molto più lunga di quella paradossale. Nel corso della notte il sonno profondo si accorcia, mentre la fase di sonno paradossale si allunga. E questo mette in luce due fenomeni:

  • La durata dei sogni si allunga durante la notte: il primo sogno dura circa 10 minuti, il secondo circa 20 minuti mentre i seguenti possono durare una mezz’ora. Sono questi ultimi i sogni che ricordiamo meglio, perché hanno luogo alla fine della notte e poco prima del risveglio.
  • Si dice che le prime ore di sonno contino il doppio perchè sono legate al primo ciclo di sonno profondo e “riparatore”  che nella prima fase della notte ha più spazio, momento in cui il corpo ed il cervello sono a riposo.

Sogni e sonno paradossale. Sognare e ricordare

Ma non siamo tutti uguali di fronte ai sogni, ci sono“buoni” e “meno buoni” sognatori senza che ci sia una spiegazione per questo. Al di fuori di casi patologici  o di trattamenti medici tutti sognano. Ma non tutti hanno la stessa capacità di sognare e di ricordare i loro sogni.

Il genere femminile pare sognare e ricordare più di quello maschile. Risvegliate da una fase di sonno paradossale l’ 85% di loro ricorda ciò che sta sognando contro solo l’80% degli uomini.
Le donne sono anche più abili nel raccontare i dettagli del sogno, sogno che per questa ragione sembra anche durare di più. Ma sono anche più soggette ad avere incubi rispetto ai compagni maschi. I ricercatori non hanno ancora una spiegazione scientifica per queste differenze. Tutt’al più avanzano un parallelismo con   una maggior “immaginazione emozionale ” delle donne rispetto gli uomini, e questo le renderebbe inclini a fare sogni ricchi e dettagliati.
Non si sogna nello stesso modo a tutte le età,. d’ altronde è molto complicato determinare a quale età un bambino inizi a sognare e gli specialisti non concordano fra di loro. Pare che durante i primi mesi ed i primi anni di vita il bebè e poi il bimbo siano vittime di terrori notturni (pavor nocturnus) un fenomeno che non è assimilato ai sogni e che avviene nella fase di sonno profondo, e non durante il sonno paradossale.

“E’ molto complicato dire a partire da quale età un bambino cominci a sognare-sostiene il ricercatore Pierre-Hervé Luppi (specialista del sonno)- Bisogna che abbia la maturità necessaria che comprendere che è un sogno e che possieda il vocabolario per raccontarlo.” prosegue.

Pare dunque che la capacità di sognare cresca proporzionalmente durante le prime fasi della vita come  accade per l’insieme delle abilità cognitive dell’individuo.

Al contrario, la capacità di sognare diminuirebbe con l’età e le persone anziane farebbero meno sogni rispetto agli adulti nel fiore degli anni. In quest’ambito è impossibile generalizzare o avere certezze, ma due elementi vengono a suffragare queste ipotesi:

  • Gli anziani dormono meno dei giovani: abbiamo visto che la fase di sogni e sonno paradossale si amplia durante la fine della notte, nel il 3 o 4 ciclo. E’ possibile così che le persone anziane abbiano semplicemente meno tempo di sonno paradossale e loro disposizione per sognare.
  • Come accade per tutti gli altri organi anche il cervello invecchia e si arrugginisce con l’età. La plasticità neuronale diminuisce: questo significa che i neuroni sono meno elastici e le connessioni fra di loro meno buone. E’ la ragione per la quale in vecchiaia è più difficile imparare nuove cose rispetto all’età del liceo. Per la stessa ragione questa mancanza di plasticità potrebbe giocare un ruolo sull’immaginazione ed i sogni.

L’evoluzione e la capacità di ricordare i sogni e poterli raccontare sono legati alla salute dei neuroni che ognuno possiede. Questo meccanismo neuronale varia con l’età ed il sesso, ma per tutti passa per le stesse fasi di sogni e sonno paradossale e la stessa possibilità di sognare.
Michel Jouvet è conosciuto in tutto il mondo per il suo lavoro iniziato negli anni 50 che ha portato in evidenza le particolarità del sonno paradossale ed il suo funzionamento. Egli sostiene, come una larga parte  di ricercatori, che l’essenza del sogno, nella sua forma compiuta, si svolge durante la fase di sogni e sonno paradossale.

Alla fine del secolo XIX Edmond Goblot sviluppò una teoria opposta, ripresa recentemente dal neurobiologo Jean Paul Tassin: noi sogneremmo durante brevi periodi di “dormiveglia” fra due cicli di sonno. Una teoria che sarebbe suffragata dall’esistenza dei sogni del risveglio mattutino dove gli stimoli esteriori che finiscono per destarci sono integrati al sogno stesso.

Traduzione di Marzia Mazzavillani da  “Rêver: le monde fascinant des rêves” di   Mathilde Regnault et Ellen Faivre  pubblicato il 22/01/2012 sulla rivista francese  Futura Science

 

 

Sonno paradossale e sogni Cicli del sonno ultima modifica: 2014-03-27T16:44:08+01:00 da Marni