I Sé primari nascono con l’intento di osservare l’ambiente e le figure di riferimento, così da proteggere il bambino ed assicurarne la sopravvivenza. Ma come si forma la personalità? Quali sono le prime parti che si costellano intorno al nucleo vulnerabile dell’essere appena nato?

Le parti primarie della personalità
La nascita dei Sé primari
I Sé primari cominciano a formarsi fin dai primi istanti di vita, come risposta diretta all’ambiente e alle figure di riferimento. Sono le prime energie psichiche che si attivano con lo scopo fondamentale di proteggere il bambino e garantirne la sopravvivenza.
Ma in che modo prende forma la personalità?
Quali sono le prime parti che si organizzano attorno al nucleo vulnerabile dell’essere umano appena nato?
Le prime configurazioni psichiche
Durante l’infanzia, le fondamenta della personalità si costruiscono proprio attraverso l’emergere dei Sé primari: sub-personalità che assumono il compito di mediare il rapporto con l’ambiente. Queste parti si sviluppano per adattarsi alle risposte esterne e per permettere al bambino di ricevere ciò di cui ha bisogno: contatto, nutrimento, calore, sicurezza.
Ogni essere umano nasce con un’impronta psichica originale, una qualità indefinibile che lo rende unico. Questo nucleo originario, fragile e autentico, è rappresentato dal primo Sé: il Puer aeternus, il bambino interiore, portatore della vulnerabilità e di ogni altro potenziale evolutivo.
Immaginiamo ora un neonato: un essere interamente affidato all’altro, fatto di bisogni fondamentali e di estrema sensibilità. La sua sopravvivenza dipende dall’accudimento che riceve. Presto, attraverso l’esperienza, il bambino apprende che i suoi comportamenti possono suscitare reazioni di accettazione o di rifiuto.
Guidato da un istinto primario alla sopravvivenza, sviluppa allora delle strategie adattive: modelli comportamentali che aumentano le probabilità di essere amato, protetto, accolto. Questi modelli sono le prime espressioni dei Sé primari: un sistema interiore in cui emergono, tra gli altri, un Sé Protettore e un Sé Controllore, incaricati di vigilare sull’ambiente e modulare le risposte per garantire sicurezza e approvazione.
Ecco cosa scrivono al riguardo Hal e Sidra Stone creatori del metodo Voice Dialogue:
“Nel nostro processo di sviluppo noi veniamo premiati per certi comportamenti e puniti per altri, pertanto alcuni Sé risultano rinforzati ed altri indeboliti. Noi impariamo bene la lezione e sviluppiamo la “personalità” di conseguenza…In effetti uno dei primi aspetti a svilupparsi nella nostra personalità è il Sé che ci protegge.
E’ come una guardia del corpo, costantemente in cerca dei pericoli che possono stare in agguato intorno a noi e dei modi per meglio salvaguardarci. Incorpora le ingiunzioni parentali e sociali e controlla il nostro comportamento stabilendo un insieme di regole che ritiene garantiranno la nostra sicurezza e l’accettazione da parte degli altri. Chiamiamo questo Sé protettore-controllore.” (Il dialogo delle Voci , Amrita 1996 pag.26)
Il Sè Protettore-Controllore ed altri Sè primari, con il tempo si precisano sempre più e diventano parti della personalità; possono essere considerati i “mattoni” che la costruiscono rendendola una struttura riconoscibile, accettabile, in grado di dare una definizione sociale all’individuo.
Questo è un processo naturale, inevitabile e “buono”, ma a mano a mano che questo team di Sé primari si definisce, l’individuo si allontana dalla sua impronta psichica originale adattandosi al mondo ed a ciò che il suo ambiente (famiglia, scuola, chiesa, società) gli riserva e gli richiede.
In questo naturale adattamento perde il contatto con la sua essenza e con il Sè Puer aeternus, il suo bambino interiore, il suo bambino vulnerabile.
Così, se da una parte è giusto e naturale che i Sé primari si attivino fin dai primi anni di vita per costruire la personalità che mette l’individuo in condizione di vivere in mezzo agli altri, dall’altra finiscono col diventare una prigione, anziché una protezione come era il loro intento originario.
Una prigione che rinchiude in una personalità limitata, impedendo di esprimere completamente le proprie potenzialità e la propria ricchezza interiore.
Precludendo il contatto con il Bambino interiore e con la vulnerabilità.
Perché i Sé primari diventano una prigione?
Perché i Sé Primari continuano ad utilizzare le stesse forme di controllo e protezione usate nell’infanzia.
L’individuo è cresciuto, è ormai adulto, ma questi Sé lo vedono ancora con gli stessi “occhiali” di quando era piccolo, indifeso, incapace di cavarsela da solo, di conseguenza continuano ad adottare un rigido controllo, spingendolo a tenere gli stessi comportamenti con i quali ormai si identifica: gentilezza esagerata, condiscendenza, timidezza, chiusura, ribellione, responsabilità disimpegno ecc.
Gli stessi comportamenti che hanno avuto un ruolo ed un significato nel garantirgli la sopravvivenza e l’accettazione altrui.
In secondo luogo, per ognuno dei Sé primari che entra a far parte della personalità operativa dell’individuo, un altro Sè di pari potenza, ma di energia opposta, viene allontanato dal sistema psichico cosciente per sprofondare nell’inconscio, andando a far parte di quella che Jung chiamava l’Ombra.
Diventando un Sè rinnegato.
Un Sè rinnegato con potenzialità e risorse ormai precluse all’individuo, ma che emergerà nei sogni, nelle fantasie ad occhi aperti, nei lapsus, nelle malattie psicosomatiche, negli scoppi d’ira e che sarà severamente giudicato dal sistema di Sé primari che farà sentire vergogna, paura o indignazione all’individuo.
Come riconoscere i Sé primari
Quando ci si sente bene, quando ci si sente nel giusto e sicuri di sè, si è identificati con un Sé primario (il più forte in quel momento).
Per riconoscere i Sé primari è sufficiente pensare alla immagine di sè che si offre agli altri.
Si pensi a quando, parlando di sè stessi, si dice: “Io sono… Io sono: generoso, buono, responsabile, egoista, gentile ecc.
Facendo un elenco di queste qualità che ci si attribuisce, ci si confronterà con la propria costellazione di Sé primari chiamata ego operativo, o personalità operativa che costituisce il proprio specifico modo di agire e reagire nel mondo.
Sé primari e Sé rinnegati sono i poli opposti di una dinamica psichica presente nella vita di ogni essere umano come altre polarità archetipiche: yin e yang, Puer e Senex, vulneralità e potere.
Essere consapevoli di questo flusso e dell’esistenza di questi Sé come parte di un sistema in cui ogni parte ha la sua ragione di essere, è di grande aiuto nel proprio processo di crescita interiore.
E’ un approccio all’esistenza ed alla percezione di sé stessi più ampio, profondo, appassionante ed indulgente.
Questa è la visione del Voice Dialogue e del suo metodo di lavoro.
La seduta di Voice Dialogue consente di fare l’esperienza dei Sé primari: farli esprimere e parlare durante seduta farà sì che il controllo e l’ansia di adattamento diminuiscano, rivelerà la vulnerabilità che coprono e, nel tempo, farà emergere i Sé rinnegati.
Approfondisci questo l’argomento leggendo:
- La seduta di Dialogo delle Voci
- I Sè rinnegati ( l’ombra junghiana)
- Cronaca di una seduta di Voice dialogue
Marzia Mazzavillani Copyright © Vietata la riproduzione del testo
Bibliografia:
- Stone, H., & Stone, S. (1989). Embracing Our Selves: The Voice Dialogue Manual. Novato, CA: Nataraj Publishing. (trad. it. Il Dialogo delle Voci: Conoscere ed integrare i nostri sé nascosti, Piacenza: Amrita, 1996).
- Stone, H., & Stone, S. (1993). Embracing Your Inner Critic: Turning Self-Criticism into a Creative Asset. New York: HarperCollins. (trad. it. Il critico interiore. Come trasformarlo in un potente alleato, Roma: Futura, 2002).
- Errani Civita F. (2005). Il Caleidoscopio interiore, Firenze: M.I.R., 2005
Prima di lasciarci
Caro lettore, se questo articolo ti ha aiutato a comprendere meglio come si formano i Sé primari e da dove ha origine la nostra personalità, spero che ti abbia interessato così come può interessare chi desidera acquisire una maggiore consapevolezza di sé.
Se invece hai domande, dubbi o vuoi condividere un’esperienza personale legata alle tue parti interiori, puoi scrivermi nei commenti: sarò felice di leggerti e risponderti.
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Testo ripreso ed ampliato da un mio articolo pubblicato sulla Guida sogni Supereva in ottobre 2005
Salve,
Potrà sembrarle una strana domanda, ma
volevo porle una questione a proposito del Voice Dialogue:
In base alle sue esperienze e conoscenze, parlando di Sé (o subpersonalità), saprebbe dirmi se è possibile che alcuni Sé si sviluppino in una forma non-umana?
Per non-umana, non intendo soltanto animali o oggetti, ma anche forme “aliene”. Come angeli, demoni, creature mitologiche, o altro.
E se è possibile, può chiarirmi il concetto?
O magari, può suggerirmi dove o come informarmi?
Purtroppo, io non ho trovato nulla al riguardo in rete, e avrei davvero bisogno di un consiglio.
La ringrazio (in anticipo) se deciderà di rispondermi.
-Sirio
Buongiorno Sirio è una domanda molto interessante la tua e rispondo SI’, in base alla mia esperienza e alle centinaia di sessioni Voice Dialogue che ho tenuto e a cui ho assistito ti confermo che ogni Sé o sub-personalità ha una forma diversa umana ,non umana, aliena mitologica archetipica che si sviluppa con quella forma per ragioni legate all’educazione e alla crescita della persona, ma la forma di questi Sé non è immutabile, il suo aspetto e la sua identità possono modificarsi sopratutto quando tale Sé ha la possibilità di esprimersi nella vita del sognatore o quando può “parlare ” in una sessione Voice Dialogue.Ad esempio nella struttura della personalità ci sono spesso guerrieri con lo scudo, oppure personaggi dell’antichità e si può arrivare a d aspetti rinnegati come diavoli, animali o altro. Ci sono Sè che si descrivono anche come una forma geometrica o come un colore. Puoi trovare cenno di una sub-persoanlità mitologica in azione in questo articolo su Jung dove parla del formulazione del concetto di anima ( e nei suoi scritti in genere). E’ importante non considerare i Sé come “altro da sé” ma come aspetti della propria personalità che devo trovare uno spazio nella realtà, un modo accettabile di “esserci”. spero di avere risposto alle tue domande… in ogni caso , io sono qui 🙂 un caro saluto buon anno e grazie per il tuo MI PIACE all’articolo Marni
La ringrazio di cuore, è stata molto esaustiva e chiara. Non esiterò assolutamente a mettere “mi piace” all’articolo, mi è stata molto di aiuto.
Ancora grazie per la disponibilità, e per il link dell’articolo.
-Sirio