Una nuova testimonianza sul rituale della foratura dei lobi ci arriva con il racconto di Marta, il medico- pediatra che buca le orecchie delle bimbe in un contesto difficile e multiculturale. Scopriamo così nuovi aspetti legati a questo tema affrontato in un’ottica medica, sociale ed etica.

bimba-di-colore-con-orecchini

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Marta, medico-pediatra che buca le orecchie delle bimbe racconta la sua interessantissima esperienza professionale in un quartiere multietnico. Abbiamo così una nuova testimonianza su questo argomento che appassiona un gran numero di lettori. Per ragioni di lunghezza e leggibilità dell’articolo ho tralasciato le risposte mie e di Jacqueline (che potete trovare fra i commenti QUI) dando spazio solo al racconto di Marta.

Marta, Medico-Pediatra che buca le orecchie delle bimbe

Buonasera Marni, già tempo fa sono stata catturata da questo bellissimo articolo trovato casualmente perché la storia narrata da Jacqueline, assomiglia tantissimo alla mia.

Vorrei ringraziarla per avere raccontato con tanta grazia e sensibilità le emozioni che si provano quando buchi le orecchie di chi si affida alla tua cura. Certamente è emozionante quando si fa con la passione e con la partecipazione emotiva che merita questo rituale femminile così antico e ricco di fascino, ed anche i suoi ultimi commenti testimoniano che Jacqueline è una donna generosa, empatica ed appassionata che per questo merita tanto rispetto, lo dico da “collega”.

Anch’io come Jacqueline ho bucato tantissime orecchie e tante spero di poterne bucare ancora tante in futuro. Anche per me è un onore e un’emozione, direi un privilegio, quando vengo scelta per effettuare questa pratica che, anche nel mio caso, occupa un posto molto speciale anche nei sogni.

I sogni ricorrenti

Mi accade in modo piuttosto ricorrente di sognare di bucare orecchie e si tratta di sogni belli, emozionanti e gratificanti nella quasi totalità dei casi.

Solo che io non sono né una gioielliera, né una profumiera, né una farmacista, né un’estetista.

Sono un medico, ed in particolare sono una pediatra.

Eh sì, può sembrare strano almeno qui in Italia, ma la maggior parte delle pazienti (per impostazione professionale non riesco a definirle clienti) sono proprio bambine della cui salute generale mi prendo cura nel mio ambulatorio pediatrico. Ho la fortuna di svolgere una professione che amo profondamente ed ancor più per il fatto di svolgerla in prima linea in un quartiere difficile, di frontiera e multietnico.

La decisione presa

Il perché ho deciso ormai due decenni fa di offrire anche il servizio di foratura auricolare a quelle piccole dolcezze che sono le mie pazienti è presto spiegato ed è la conseguenza di una domanda che mi ero sentita rivolgere tante e tante volte da parecchie mamme, soprattutto immigrate, che mi chiedevano quando avrebbero potuto far mettere gli orecchini alle loro piccine.

A differenza di Jacqueline infatti io faccio i buchi anche a bambine molto piccole, persino a neonate (ma sarebbe meglio dire neo-vaccinate) le cui famiglie sono legate alle tradizioni delle loro radici culturali. In molti contesti socio-culturali mettere gli orecchini precocemente è importante per i significati tradizionali, simbolici e identitari che questo gesto può rivestire, ma anche per il sentimento di cura amorevole che in molte culture (dell’est europeo, dell’America latina, del mondo arabo, dell’Africa subsahariana o del continente asiatico) include la celebrazione della femminilità della nuova nata attraverso l’apposizione ai lobi del suo primo paio di orecchini.

Il quartiere multietnico

Quando ho incominciato a lavorare in questo quartiere, mi limitavo a fornire alle mamme le risposte generiche dettate dalla mia conoscenza e professionalità cioè confermavo che, dal punto di vista medico, non ci sono controindicazioni a forare i lobi dai 4 mesi in su a patto che la bimba abbia ricevuto il primo ciclo vaccinale. Consigliavo però di attendere finché non fosse stata la bambina, fattasi più grandicella, a richiedere gli orecchini. Ovviamente consigliavo di far eseguire la foratura da personale qualificato come una buona gioielleria o farmacia.

Purtroppo le due farmacie della nostra zona non erano attrezzate per forare orecchie, mentre la gioielleria del quartiere respingeva le richieste delle mamme che portavano bambine troppo piccole per i limiti di età che si erano imposte per questo servizio: non meno di 6 anni, che a mio parere è un limite più che ragionevole, e lo stesso discorso in altre gioiellerie cittadine. Peccato che questo limite di età non tenesse alcun conto delle specificità culturali e tradizionali: per molte famiglie è inconcepibile aspettare più tempo prima di mettere gli orecchini ad una figlia.

Così finivo per trovarmi regolarmente di fronte a piccine con i buchi ai lobi fatti in casa da qualche sedicente “espertona” della comunità di appartenenza. In troppi casi vedevo bambine con fori male eseguiti, in qualche caso da curare a causa di infezioni derivanti da una scarsa attenzione per l’igiene e dall’uso di strumenti non idonei allo scopo. Mi sanguinava il cuore a constatare come questa operazione rituale potesse facilmente diventare causa di sofferenza per le bambine o anche danno estetico a lungo andare, a causa di fori mal posizionati.

Il viaggio negli Stati Uniti e la svolta

La svolta è stata un viaggio negli Stati Uniti, durante il quale ho notato casualmente la pubblicità di un ambulatorio medico pediatrico che reclamizzava anche la foratura professionale dei lobi auricolari per le piccole pazienti. Ho scoperto che negli Usa non è una cosa infrequente e lì mi si è accesa una lampadina: perché non potrei essere io stessa ad occuparmi di bucare le orecchie delle mie piccole pazienti?

Detto fatto, al rientro ho cercato di capire quali potessero essere gli strumenti più idonei per offrire questo servizio in modo sanitariamente corretto, minimizzando il dolore per le bambine ed evitando loro danni estetici sul lungo periodo. Mi sono procurata l’attrezzatura necessaria, mi sono confrontata con altri colleghi per comprendere come collocare i fori sui lobi delle bimbe più piccole in modo che restassero ben centrati anche con la crescita, scoprendo che questa è fra tutte la cosa più complessa.

Infine ho iniziato a reclamizzare il servizio nel mio ambulatorio.

Il successo delle nuove procedure

Come prevedibile ha avuto successo fin da subito e non solo per le piccole figlie di immigrati. Sono diventata presto la scelta più ovvia anche per tutte le bambine già più grandicelle e desiderose dei primi orecchini, le cui mamme preferivano affidarle a me, alla loro pediatra, anche per fare i buchi. Così è anche più facile che la bambina rimanga serena se a farle i buchi è una persona che già conosce e di cui si fida.

 Problemi di etica

Quello di fare i buchi alle orecchie è un servizio che eseguo volentieri e con coinvolgimento ma non ho mai guadagnato un solo centesimo perché per me è come una sorta di volontariato. Non faccio pagare nulla per il servizio ma solo per gli orecchini scelti che offro a prezzo di costo e delle volte li ho anche regalati con piacere a mamme povere che tenevano a far mettere gli orecchini alle loro bambine. Sono ben consapevole che fare i buchi alle bambine piccole, non ancora in grado di esprimere un consenso informato sul proprio corpo e non ancora coscienti di ciò che viene loro fatto è un argomento quantomeno controverso, e non a torto.

I buchi alle orecchie sono una piccola modifica corporea, così tradizionale che non comporta stigma sociale ma viene quasi percepita come “naturale” (i lobi forati sono visti quasi unanimemente come una caratteristica desiderabile sulle donne), però è un segno che altera il corpo in modo permanente o quasi perché, anche togliendo definitivamente gli orecchini, resterà per sempre una piccola cicatrice puntiforme là dove c’era il forellino.

In pratica forando i lobi ad una bambina ancora troppo piccina per capire le stiamo togliendo l’autonomia decisionale sul proprio corpo, che in linea di principio non è una cosa da poco.

In cuor mio condivido la posizione di Jacqueline: fare i buchi alle bambine solo quando loro stesse ne sono desiderose e convinte, che poi è ciò che io stessa ho fatto con mia figlia a cui ho fatto i primi buchi a 9 anni: una grande emozione per entrambe e un bel ricordo condiviso ci unisce e che conserviamo caro.

Forando i lobi quando la bimba è ancora troppo piccina per poter ricordare, la stiamo anche privando di un rito iniziatico importante, che viene vissuto dalle bambine più grandicelle come una conquista che, con le prime vanità, apre le porte del diventare grande. Ma queste non sono verità assolute, sono solo le mie convinzioni condivise dalla maggioranza delle persone della mia stessa estrazione e background culturale.

Scendere a compromessi

Operare in un quartiere a forte caratterizzazione multietnica è affascinante e umanamente arricchente, ma quando però ti ritrovi ad operare in prima linea in contesti di frontiera come questo, devi per forza relativizzare e scendere a compromessi con le tue personalissime convinzioni perché è il bene delle pazienti che lo esige.

Imparare il rispetto di opinioni, usi e costumi diversi diventa un’esigenza anche se non significa rinnegare le proprie convinzioni, ma solo abbandonare le rigidità. Occorre molto pragmatismo a costo di rinunciare ad un pizzico di coerenza.

Una piaga sociale

Se proprio mi devo giocare un gettone di rigidità di principio, preferisco giocarmelo su un tavolo molto più importante che è quello delle mutilazioni genitali femminili (MGF), una piaga sociale e culturale irrisolta.

Al di là delle questioni di principio, ritrovarsi i buchi alle orecchie fatti non danneggerà in alcun modo la vita di una ragazza, che nella maggior parte dei casi amerà gli orecchini.

L’escissione del clitoride, delle piccole e grandi labbra e la cucitura rituale invece la danneggeranno eccome, oltre ad essere il retaggio di una cultura patriarcale tramandato di madre in figlia dalle donne in una catena tradizionale e identitaria che va spezzata. E devo dire, se bucare le orecchie alle loro bambine mi aiuta a guadagnare la fiducia delle madri per affrontare anche altri discorsi ben più importanti, ragione di più per farlo.

Per questo quando faccio i buchi ad una bambina piccola, sento un grandissimo senso di responsabilità per lei e ringrazio di essere stata scelta per effettuare questa piccola operazione. So bene che per una piccina che non ha contezza di cosa le sto facendo e del perché, la foratura può costituire un disagio anche doloroso per qualche istante, ma so anche che se le fosse praticata in modo rudimentale o inadeguato la sofferenza sarebbe maggiore ed anche i rischi.

Le bimbe crescono

Perciò mi sento fiera di me quando rivedo le mie piccolissime pazienti cresciute, quelle a cui avevo forato i lobi da neonate, che indossano felicemente gli orecchini e hanno i buchi ben centrati sul lobo perché significa che ho fatto un bel lavoro impattando positivamente sul loro futuro.

Quando però faccio i buchi ad una bambina già abbastanza grande da averlo scelto e che si sottopone al rituale della foratura in modo partecipe, insieme alla mamma e spesso ad altre persone care, è un vero piacere per me, direi una festa in cui vivo anch’io tutte le emozioni che ha descritto benissimo Jacqueline insieme alla mia piccola paziente ed alla sua famiglia. Anche per me farle vivere una bella esperienza è una missione e allo stesso tempo un piacere, anche un onore sapere che ricorderà per sempre quel momento e le emozioni che ha provato facendosi mettere i primi orecchini da me. Poi se una mia ex piccola paziente, anche da adulta, viene da me e mi chiede di farle altri buchi alle orecchie glieli faccio volentieri e col piacere di sapere che torna perché le è rimasto un bel ricordo e la stima nei miei confronti.

Marta medico-pediatra che buca le orecchie delle bimbe: Esperienze diverse

Ma non è l’unico caso in cui mi succede di fare i buchi a persone adulte, perché mi chiedono abbastanza di frequente di fare altri buchi ai lobi di mamme, nonne, zie, cugine ed amiche per condividere l’esperienza con la bambina che si fa fare i primi, come ha raccontato anche Jacqueline nell’articolo, ed è molto bello.

Alcuni anni fa invece un’amica mi ha chiesto di andare a fare i buchi a sua figlia durante la festa del decimo compleanno. La bambina desiderava gli orecchini da molto tempo e ha realizzato un sogno ma, col permesso delle mamme delle sue amichette, ho fatto i primi buchi anche a diverse di loro e persino ad una mamma che non se li era mai fatti fare per timore del dolore ma si è convinta osservando tutte queste bambine entusiaste. Penso che sia stata un’esperienza indimenticabile per tutte.

Una foratura che ho nel cuore è stata quella di mia mamma, quando mi ha chiesto di forarle i lobi a sessant’anni suonati. Lei non ce li aveva mai avuti e non li aveva mai voluti perché come altre donne della sua generazione aveva una contrarietà di principio all’alterazione del corpo, infatti io da adolescente avevo dovuto lottare duramente per strapparle il permesso a farmi fare i primi buchi ai lobi. Poi però nel tempo si è ammorbidita, ha cambiato idea e li ha voluti anche per sé stessa, così ha abbandonato per sempre gli orecchini a clips. Per me è stato un piacere farglieli e ci resta un ricordo dolcissimo di quel giorno in cui le ho messo i suoi primi orecchini a perno.

Poi ho anche fatto buchi a qualche ragazzino mio ex paziente, assecondandone le velleità adolescenziali sul look. Da mie ex pazienti cresciute ho ricevuto anche la richiesta di piercing che io però non eseguo, anche perché sono sempre un medico pediatra e non una piercer.

Buco solo le orecchie (non solo sui lobi, anche all’elice ma solo per le più grandi) e più recentemente anche il naso con lo strumento apposito. Mi è stato richiesto da famiglie indo-pachistane per le ragazzine preadolescenti ed anche da mie ex pazienti più cresciute. L’ho fatto anche a mia figlia, regalo per i 15 anni.

Una richiesta strana è stata quella del secondo paio di buchi su una neonata da parte di una famiglia originaria del Costa Rica. Ho scoperto che è una cosa abbastanza diffusa in quel paese. Negli ultimi tempi ho fatto il secondo paio di buchi anche su bambine di origine nigeriana. Anche in questo caso sospendo il mio giudizio personale, rispetto ma non necessariamente condivido.

Amo gli orecchini

Io come penso si sia capito amo gli orecchini che sono il mio accessorio principe fin dall’adolescenza e secondo me il più affascinante fra gioielli e ornamenti. I miei primi buchi a 14 anni me li ricordo come una grande conquista anche se mi hanno fatto abbastanza male con quella orribile pistola, credo ad aria compressa, che usavano a quei tempi nelle gioiellerie. Gli altri buchi me li sono fatti fare nel corso degli anni da quando offro il servizio foratura in ambulatorio. Me li ha fatti la rappresentante da cui acquisto tutta l’attrezzatura e gli orecchini di foratura.

Attualmente ho 7 buchi, uno solo al lobo destro mentre all’orecchio sinistro ne ho 3 nel lobo e 3 all’elice sulla parte alta. Sto però meditando di farmene fare altri 2 sul lobo destro così da averne tre paia su entrambi i lobi. Sono molto d’accordo con quello che ha scritto Jacqueline nell’ultimo commento: non è il numero di buchi che conta ma l’armonia che ottieni. Mi piace scegliere con cura il mix di orecchini e trovo i fori multipli gradevoli su donne di qualsiasi età, dipende solo dagli orecchini che si scelgono e dal gusto nel combinarli.

Complimenti per questo sito ma non solo per aver sviscerato così bene il simbolismo degli orecchini. Mi piace molto come sono trattati argomenti anche complessi di psicologia, simbolismi, archetipi, ecc. rendendoli accessibili a tutti.

Un abbraccio con tanta stima alla “collega” Jacqueline e alle ragazze di ogni età che amano gli orecchini. Marta

Marzia Mazzavillani Copyright © Vietata la riproduzione del testo


Prima di lasciarci

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Crediti: Foto by Freepika

Il Medico-Pediatra che buca le Orecchie delle Bimbe ultima modifica: 2024-04-22T07:00:21+02:00 da Marni