La prefazione del saggio “Animali del sogno” di James Hillman presenta  in modo poetico ed affascinante il tema della simbologia onirica degli animali. Gli animali sono compagni di viaggio dell’essere umano, amati, odiati, temuti, osservati, mangiati, trucidati e nei sogni hanno un posto di tutto rispetto. L’inconscio individuale li elegge a custodi  degli istinti più nascosti del sognatore, depositari di verità sulla sua salute psichica, sessuale, emozionale, capaci con la sola loro presenza di scuotere il sognatore, di farlo tremare, fremere, muovere e di imprimersi così nella memoria diurna.

animali-del sogno

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Perchè vengono? si chiede James Hillman in Animali del sogno. Che significato hanno? Ci chiediamo noi. Quali parti psichiche scelgono  un animale per mostrarsi nel sogno? E perchè?

L’ introduzione  al saggio di  Hillman indaga sul legame che unisce l’uomo e l’animale e sugli elementi nascosti che grazie a loro si rivelano.

Possibile che sia la comune animalità  l’elemento cardine  che consente loro di rappresentarci? Possibile che un archetipo animale sia sempre presente nelle profondità del nostro incosncio?

Quella che segue è la prefazione di Animali nel sogno di James Hillman i cui brani commoventi e l’ invito rivolto agli animali suonano come  un inno poetico di comunione. E se non dobbiamo accontentarci di pensare agli animali del sogno come a simboli rappresentanti parti  perdute di noi o come “a un’antologia di metafore riferentisi alle nostre fisionomie e ai comportamenti che ci sono propri”, forse dobbiamo semplicemente accettare che gli animali  siano “realmente”  parte di noi.

Che gli anima-li  siano  parte della nostra anima e per questa ragione occupino tanto spazio nella nostra vita e nei nostri sogni.

Prefazione a Animali del sogno di James Hillman

 “Chi sono gli animali che compaiono nei nostri sogni, e perchè vengono a noi che abbiamo trascorso gli ultimi due secoli a sterminarli regolarmente, un ritmo sempre più rapido, senza pietà, specie per specie, in ogni parte del mondo?

Eppure con quanta incrollabile fiducia continuano a entrare nella nostra anima del sogno, nelle nostre fantasie infantili, nel nostro immaginario artistico e a spezzarci il cuore con le loro sofferenze. Un cormorano cosparso di petrolio, la carcassa di un rinoceronte macellato per il corno, i maiali che gridano nei recinti dei mattatoi, il pesce capovolto che galleggia, le balene arenate, morenti.

Chi sono loro che hanno formato il massimo sistema simbolico della coscienza umana dai tempi di Altamira?

E noi come viviamo con loro, ora che questa intimità con il loro mondo e con la nostra animalità ha ceduto completamente il passo alla separazione?

Pur separati dalle nostre vite – a eccezione dei cuccioli che coccoliamo, feticci residuali di una comunione arcaica- essi ci perseguitano nei sogni e nelle fantasie artistiche delle nostre poesie, dei film e dei romanzi. Per la psicologia e per noi nella misura in cui siamo Psychai, gli animali sono il vero problema.

Sicuramente non possiamo accontentarci di credere che siano soltanto una parte di noi racchiusa nelle nostre teste come rappresentazioni delle nostre brame, delle nostre bestialità e della bellezza istintuale, un’antologia di metafore riferentisi alle nostre fisionomie e ai comportamenti che ci sono propri, come se ciascuno di noi fosse un Noè capace accogliere al suo interno l’intero regno animale.

E perchè mai – sia detto di passaggio – Dio avrebbe ordinato a Noè di salvare soltanto gli animali, tutti gli animali, di ogni specie, compreso l’animale uomo, senza far cenno alla vegetazione, al grano, all’orzo, al miglio e alle rose?

Così il presente libro, coi suoi poveri mezzi, vuole tentare di dar corso all’ordine divino di salvare gli animali nella nostra ecologia psichica, di mantenerli in vita, di accoglierli benevolmente, chiedendo loro, come faremmo con un visitatore che bussasse alla nostra porta di notte:

“Chi sei? Vieni da molto lontano? E cosa vai cercando qui? Sì, puoi entrare, sei il benvenuto- e benvenuti voi, scarafaggi, granchi, orsi polari, elefanti. Farò posto per voi nella mia intelligenza, perchè avete già trovato la via che porta alla mia anima attraverso i sogni. Volgerò verso di voi la mia intelligenza e vi concederò il rispetto dei miei pensieri più profondi.”

La psicologia ha un debito particolare nei confronti degli animali, se è vero che essi sono il sistema simbolico primordiale, e se la psicologia non ha completamente dimenticato che anche noi siamo animali, mangiamo con le unghie e coi denti, soffriamo la sete, ci accoppiamo e attacchiamo al seno i nostri piccoli, sporchiamo con le nostre deiezioni punti prestabiliti e andiamo soggetti a varie emozioni, al panico, alla lussuria, all’ amore del nido, alla curiosità.

Come possiamo capire noi stessi in quanto esseri umani se non abbiamo familiarità con le loro immagini e i loro comportamenti nelle nostre anime? Cosa fanno con noi, e noi con loro, nell’intimità più profonda che ci sia, nei sogni?

Certo c’è di meglio che osservarli a distanza nei parchi naturali, negli studi scientifici, nelle gabbie degli zoo, nelle foto patinate e nei film sulla natura. Balzano fuori da quelle lontananze per ritrovarsi nel nostro letto al buio.

E’ qui che possiamo incontrarli ogni notte, non chiamandoli, ma rispondendo alla loro chiamata. Il presente libro vorrebbe contribuire ad aprir le braccia al loro arrivo e ritardarne la partenza.

(27 gennaio 1991) Animali del sogno di James Hillman – Cortina editore 1999 Thompson, Connecticut

Marzia Mazzavillani Copyright © Vietata la riproduzione del testo

 

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Commento a Animali del sogno di James Hillman ultima modifica: 2014-12-17T07:00:27+01:00 da Marni