Una nuova testimonianza sul rituale della foratura dei lobi ci arriva con il racconto di Marta, il medico- pediatra che buca le orecchie delle bimbe in un contesto difficile e multiculturale. Scopriamo così nuovi aspetti legati a questo tema affrontato in un’ottica medica, sociale ed etica.
Marta, medico-pediatra che buca le orecchie delle bimbe racconta la sua interessantissima esperienza professionale in un quartiere multietnico. Abbiamo così una nuova testimonianza su questo argomento che appassiona un gran numero di lettori. Per ragioni di lunghezza e leggibilità dell’articolo ho tralasciato le risposte mie e di Jacqueline (che potete trovare fra i commenti QUI) dando spazio solo al racconto di Marta.
Marta, Medico-Pediatra che buca le orecchie delle bimbe
Buonasera Marni, già tempo fa sono stata catturata da questo bellissimo articolo trovato casualmente perché la storia narrata da Jacqueline, assomiglia tantissimo alla mia.
Vorrei ringraziarla per avere raccontato con tanta grazia e sensibilità le emozioni che si provano quando buchi le orecchie di chi si affida alla tua cura. Certamente è emozionante quando si fa con la passione e con la partecipazione emotiva che merita questo rituale femminile così antico e ricco di fascino, ed anche i suoi ultimi commenti testimoniano che Jacqueline è una donna generosa, empatica ed appassionata che per questo merita tanto rispetto, lo dico da “collega”.
Anch’io come Jacqueline ho bucato tantissime orecchie e tante spero di poterne bucare ancora tante in futuro. Anche per me è un onore e un’emozione, direi un privilegio, quando vengo scelta per effettuare questa pratica che, anche nel mio caso, occupa un posto molto speciale anche nei sogni.
I sogni ricorrenti
Mi accade in modo piuttosto ricorrente di sognare di bucare orecchie e si tratta di sogni belli, emozionanti e gratificanti nella quasi totalità dei casi.
Solo che io non sono né una gioielliera, né una profumiera, né una farmacista, né un’estetista.
Sono un medico, ed in particolare sono una pediatra.
Eh sì, può sembrare strano almeno qui in Italia, ma la maggior parte delle pazienti (per impostazione professionale non riesco a definirle clienti) sono proprio bambine della cui salute generale mi prendo cura nel mio ambulatorio pediatrico. Ho la fortuna di svolgere una professione che amo profondamente ed ancor più per il fatto di svolgerla in prima linea in un quartiere difficile, di frontiera e multietnico.
La decisione presa
Il perché ho deciso ormai due decenni fa di offrire anche il servizio di foratura auricolare a quelle piccole dolcezze che sono le mie pazienti è presto spiegato ed è la conseguenza di una domanda che mi ero sentita rivolgere tante e tante volte da parecchie mamme, soprattutto immigrate, che mi chiedevano quando avrebbero potuto far mettere gli orecchini alle loro piccine.
A differenza di Jacqueline infatti io faccio i buchi anche a bambine molto piccole, persino a neonate (ma sarebbe meglio dire neo-vaccinate) le cui famiglie sono legate alle tradizioni delle loro radici culturali. In molti contesti socio-culturali mettere gli orecchini precocemente è importante per i significati tradizionali, simbolici e identitari che questo gesto può rivestire, ma anche per il sentimento di cura amorevole che in molte culture (dell’est europeo, dell’America latina, del mondo arabo, dell’Africa subsahariana o del continente asiatico) include la celebrazione della femminilità della nuova nata attraverso l’apposizione ai lobi del suo primo paio di orecchini.
Il quartiere multietnico
Quando ho incominciato a lavorare in questo quartiere, mi limitavo a fornire alle mamme le risposte generiche dettate dalla mia conoscenza e professionalità cioè confermavo che, dal punto di vista medico, non ci sono controindicazioni a forare i lobi dai 4 mesi in su a patto che la bimba abbia ricevuto il primo ciclo vaccinale. Consigliavo però di attendere finché non fosse stata la bambina, fattasi più grandicella, a richiedere gli orecchini. Ovviamente consigliavo di far eseguire la foratura da personale qualificato come una buona gioielleria o farmacia.
Purtroppo le due farmacie della nostra zona non erano attrezzate per forare orecchie, mentre la gioielleria del quartiere respingeva le richieste delle mamme che portavano bambine troppo piccole per i limiti di età che si erano imposte per questo servizio: non meno di 6 anni, che a mio parere è un limite più che ragionevole, e lo stesso discorso in altre gioiellerie cittadine. Peccato che questo limite di età non tenesse alcun conto delle specificità culturali e tradizionali: per molte famiglie è inconcepibile aspettare più tempo prima di mettere gli orecchini ad una figlia.
Così finivo per trovarmi regolarmente di fronte a piccine con i buchi ai lobi fatti in casa da qualche sedicente “espertona” della comunità di appartenenza. In troppi casi vedevo bambine con fori male eseguiti, in qualche caso da curare a causa di infezioni derivanti da una scarsa attenzione per l’igiene e dall’uso di strumenti non idonei allo scopo. Mi sanguinava il cuore a constatare come questa operazione rituale potesse facilmente diventare causa di sofferenza per le bambine o anche danno estetico a lungo andare, a causa di fori mal posizionati.
Il viaggio negli Stati Uniti e la svolta
La svolta è stata un viaggio negli Stati Uniti, durante il quale ho notato casualmente la pubblicità di un ambulatorio medico pediatrico che reclamizzava anche la foratura professionale dei lobi auricolari per le piccole pazienti. Ho scoperto che negli Usa non è una cosa infrequente e lì mi si è accesa una lampadina: perché non potrei essere io stessa ad occuparmi di bucare le orecchie delle mie piccole pazienti?
Detto fatto, al rientro ho cercato di capire quali potessero essere gli strumenti più idonei per offrire questo servizio in modo sanitariamente corretto, minimizzando il dolore per le bambine ed evitando loro danni estetici sul lungo periodo. Mi sono procurata l’attrezzatura necessaria, mi sono confrontata con altri colleghi per comprendere come collocare i fori sui lobi delle bimbe più piccole in modo che restassero ben centrati anche con la crescita, scoprendo che questa è fra tutte la cosa più complessa.
Infine ho iniziato a reclamizzare il servizio nel mio ambulatorio.
Il successo delle nuove procedure
Come prevedibile ha avuto successo fin da subito e non solo per le piccole figlie di immigrati. Sono diventata presto la scelta più ovvia anche per tutte le bambine già più grandicelle e desiderose dei primi orecchini, le cui mamme preferivano affidarle a me, alla loro pediatra, anche per fare i buchi. Così è anche più facile che la bambina rimanga serena se a farle i buchi è una persona che già conosce e di cui si fida.
Problemi di etica
Quello di fare i buchi alle orecchie è un servizio che eseguo volentieri e con coinvolgimento ma non ho mai guadagnato un solo centesimo perché per me è come una sorta di volontariato. Non faccio pagare nulla per il servizio ma solo per gli orecchini scelti che offro a prezzo di costo e delle volte li ho anche regalati con piacere a mamme povere che tenevano a far mettere gli orecchini alle loro bambine. Sono ben consapevole che fare i buchi alle bambine piccole, non ancora in grado di esprimere un consenso informato sul proprio corpo e non ancora coscienti di ciò che viene loro fatto è un argomento quantomeno controverso, e non a torto.
I buchi alle orecchie sono una piccola modifica corporea, così tradizionale che non comporta stigma sociale ma viene quasi percepita come “naturale” (i lobi forati sono visti quasi unanimemente come una caratteristica desiderabile sulle donne), però è un segno che altera il corpo in modo permanente o quasi perché, anche togliendo definitivamente gli orecchini, resterà per sempre una piccola cicatrice puntiforme là dove c’era il forellino.
In pratica forando i lobi ad una bambina ancora troppo piccina per capire le stiamo togliendo l’autonomia decisionale sul proprio corpo, che in linea di principio non è una cosa da poco.
In cuor mio condivido la posizione di Jacqueline: fare i buchi alle bambine solo quando loro stesse ne sono desiderose e convinte, che poi è ciò che io stessa ho fatto con mia figlia a cui ho fatto i primi buchi a 9 anni: una grande emozione per entrambe e un bel ricordo condiviso ci unisce e che conserviamo caro.
Forando i lobi quando la bimba è ancora troppo piccina per poter ricordare, la stiamo anche privando di un rito iniziatico importante, che viene vissuto dalle bambine più grandicelle come una conquista che, con le prime vanità, apre le porte del diventare grande. Ma queste non sono verità assolute, sono solo le mie convinzioni condivise dalla maggioranza delle persone della mia stessa estrazione e background culturale.
Scendere a compromessi
Operare in un quartiere a forte caratterizzazione multietnica è affascinante e umanamente arricchente, ma quando però ti ritrovi ad operare in prima linea in contesti di frontiera come questo, devi per forza relativizzare e scendere a compromessi con le tue personalissime convinzioni perché è il bene delle pazienti che lo esige.
Imparare il rispetto di opinioni, usi e costumi diversi diventa un’esigenza anche se non significa rinnegare le proprie convinzioni, ma solo abbandonare le rigidità. Occorre molto pragmatismo a costo di rinunciare ad un pizzico di coerenza.
Una piaga sociale
Se proprio mi devo giocare un gettone di rigidità di principio, preferisco giocarmelo su un tavolo molto più importante che è quello delle mutilazioni genitali femminili (MGF), una piaga sociale e culturale irrisolta.
Al di là delle questioni di principio, ritrovarsi i buchi alle orecchie fatti non danneggerà in alcun modo la vita di una ragazza, che nella maggior parte dei casi amerà gli orecchini.
L’escissione del clitoride, delle piccole e grandi labbra e la cucitura rituale invece la danneggeranno eccome, oltre ad essere il retaggio di una cultura patriarcale tramandato di madre in figlia dalle donne in una catena tradizionale e identitaria che va spezzata. E devo dire, se bucare le orecchie alle loro bambine mi aiuta a guadagnare la fiducia delle madri per affrontare anche altri discorsi ben più importanti, ragione di più per farlo.
Per questo quando faccio i buchi ad una bambina piccola, sento un grandissimo senso di responsabilità per lei e ringrazio di essere stata scelta per effettuare questa piccola operazione. So bene che per una piccina che non ha contezza di cosa le sto facendo e del perché, la foratura può costituire un disagio anche doloroso per qualche istante, ma so anche che se le fosse praticata in modo rudimentale o inadeguato la sofferenza sarebbe maggiore ed anche i rischi.
Le bimbe crescono
Perciò mi sento fiera di me quando rivedo le mie piccolissime pazienti cresciute, quelle a cui avevo forato i lobi da neonate, che indossano felicemente gli orecchini e hanno i buchi ben centrati sul lobo perché significa che ho fatto un bel lavoro impattando positivamente sul loro futuro.
Quando però faccio i buchi ad una bambina già abbastanza grande da averlo scelto e che si sottopone al rituale della foratura in modo partecipe, insieme alla mamma e spesso ad altre persone care, è un vero piacere per me, direi una festa in cui vivo anch’io tutte le emozioni che ha descritto benissimo Jacqueline insieme alla mia piccola paziente ed alla sua famiglia. Anche per me farle vivere una bella esperienza è una missione e allo stesso tempo un piacere, anche un onore sapere che ricorderà per sempre quel momento e le emozioni che ha provato facendosi mettere i primi orecchini da me. Poi se una mia ex piccola paziente, anche da adulta, viene da me e mi chiede di farle altri buchi alle orecchie glieli faccio volentieri e col piacere di sapere che torna perché le è rimasto un bel ricordo e la stima nei miei confronti.
Marta medico-pediatra che buca le orecchie delle bimbe: Esperienze diverse
Ma non è l’unico caso in cui mi succede di fare i buchi a persone adulte, perché mi chiedono abbastanza di frequente di fare altri buchi ai lobi di mamme, nonne, zie, cugine ed amiche per condividere l’esperienza con la bambina che si fa fare i primi, come ha raccontato anche Jacqueline nell’articolo, ed è molto bello.
Alcuni anni fa invece un’amica mi ha chiesto di andare a fare i buchi a sua figlia durante la festa del decimo compleanno. La bambina desiderava gli orecchini da molto tempo e ha realizzato un sogno ma, col permesso delle mamme delle sue amichette, ho fatto i primi buchi anche a diverse di loro e persino ad una mamma che non se li era mai fatti fare per timore del dolore ma si è convinta osservando tutte queste bambine entusiaste. Penso che sia stata un’esperienza indimenticabile per tutte.
Una foratura che ho nel cuore è stata quella di mia mamma, quando mi ha chiesto di forarle i lobi a sessant’anni suonati. Lei non ce li aveva mai avuti e non li aveva mai voluti perché come altre donne della sua generazione aveva una contrarietà di principio all’alterazione del corpo, infatti io da adolescente avevo dovuto lottare duramente per strapparle il permesso a farmi fare i primi buchi ai lobi. Poi però nel tempo si è ammorbidita, ha cambiato idea e li ha voluti anche per sé stessa, così ha abbandonato per sempre gli orecchini a clips. Per me è stato un piacere farglieli e ci resta un ricordo dolcissimo di quel giorno in cui le ho messo i suoi primi orecchini a perno.
Poi ho anche fatto buchi a qualche ragazzino mio ex paziente, assecondandone le velleità adolescenziali sul look. Da mie ex pazienti cresciute ho ricevuto anche la richiesta di piercing che io però non eseguo, anche perché sono sempre un medico pediatra e non una piercer.
Buco solo le orecchie (non solo sui lobi, anche all’elice ma solo per le più grandi) e più recentemente anche il naso con lo strumento apposito. Mi è stato richiesto da famiglie indo-pachistane per le ragazzine preadolescenti ed anche da mie ex pazienti più cresciute. L’ho fatto anche a mia figlia, regalo per i 15 anni.
Una richiesta strana è stata quella del secondo paio di buchi su una neonata da parte di una famiglia originaria del Costa Rica. Ho scoperto che è una cosa abbastanza diffusa in quel paese. Negli ultimi tempi ho fatto il secondo paio di buchi anche su bambine di origine nigeriana. Anche in questo caso sospendo il mio giudizio personale, rispetto ma non necessariamente condivido.
Amo gli orecchini
Io come penso si sia capito amo gli orecchini che sono il mio accessorio principe fin dall’adolescenza e secondo me il più affascinante fra gioielli e ornamenti. I miei primi buchi a 14 anni me li ricordo come una grande conquista anche se mi hanno fatto abbastanza male con quella orribile pistola, credo ad aria compressa, che usavano a quei tempi nelle gioiellerie. Gli altri buchi me li sono fatti fare nel corso degli anni da quando offro il servizio foratura in ambulatorio. Me li ha fatti la rappresentante da cui acquisto tutta l’attrezzatura e gli orecchini di foratura.
Attualmente ho 7 buchi, uno solo al lobo destro mentre all’orecchio sinistro ne ho 3 nel lobo e 3 all’elice sulla parte alta. Sto però meditando di farmene fare altri 2 sul lobo destro così da averne tre paia su entrambi i lobi. Sono molto d’accordo con quello che ha scritto Jacqueline nell’ultimo commento: non è il numero di buchi che conta ma l’armonia che ottieni. Mi piace scegliere con cura il mix di orecchini e trovo i fori multipli gradevoli su donne di qualsiasi età, dipende solo dagli orecchini che si scelgono e dal gusto nel combinarli.
Complimenti per questo sito ma non solo per aver sviscerato così bene il simbolismo degli orecchini. Mi piace molto come sono trattati argomenti anche complessi di psicologia, simbolismi, archetipi, ecc. rendendoli accessibili a tutti.
Un abbraccio con tanta stima alla “collega” Jacqueline e alle ragazze di ogni età che amano gli orecchini. Marta
Marzia Mazzavillani Copyright © Vietata la riproduzione del testo
Prima di lasciarci
Caro sognatore, spero che anche tu sia stato catturato da questo spaccato di vita e dalla passione di Marta.
Se sei interessato alle altre esperienze già pubblicate sulla Guida Sogni puoi leggere gli articoli sotto, ma non trascurare i commenti che sono ricchissimi.
Sognare orecchini di perle Il sogno di Bertina
Sognare cerchi d’oro alle orecchie Il sogno di Marie Claire
Sognare di forare le orecchie Il sogno di Jacqueline
Sognare mia madre che vuole forarmi le orecchie Il sogno di Maria Serafina
Sognare di bucare le orecchie di una ragazza Il sogno di Beppe
Sognare orecchini da uomo I sogni di Fabiano
Sogni che creano relazioni Vittoria e Jacqueline
Ricorda che anche tu puoi vuoi commentare e lasciare la tua testimonianza usando lo spazio commenti che trovi sotto.
Grazie se ora mi aiuti a diffondere il mio lavoro
CONDIVIDI L’ARTICOLO e metti il tuo MI PIACE
⇒ Seguimi anche sulla mia pagina Facebook e Instagram
Hai un sogno che ti incuriosisce e vuoi sapere se porta un messaggio per te?
- Io sono in grado di offrirti l’esperienza, la serietà ed il rispetto che il tuo sogno merita.
- Leggi come richiedere la mia consulenza privata
- Iscriviti gratuitamente alla NEWSLETTER della Guida altre 2000 persone lo hanno già fatto ISCRIVITI ORA
Crediti: Foto by Freepika
Ciao cara Marni. Gia’ quando lo avevi pubblicato avevo letto con tanta curiosita’ questo bellissimo articolo con la storia di Marta e volevo dire anch’io qualcosa sulla faccenda delle due gemelline Clara e Dora che ho appena letto. Ti rivelo che l’ho letto la prima volta con un certo sgomento perche’ far bucare i lobi di due bimbe omozigote per distinguerle mi e’ sembrato un gesto un po’ “forte” e quasi egoistico della madre come voler mettere un “marchio” su ciascuna delle due ancora inconsapevoli bambine. Poi però tutti i vostri commenti mi hanno fatto ragionare e se hai l’umilta’ di spostare il punto di vista non e’ strano che anche il giudizio possa cambiare. Ho afferrato anch’io il lato tenero e amorevole di questa decisione materna molto originale ma non certo prevaricatrice come mi era apparsa a prima vista. Mi trovo d’accordo con chi l’ha definita “poetica”.
Sono molto sensibile a questo argomento non solo perche’ ho avuto un rapporto a lungo molto problematico con gli orecchini ed i fori ai lobi che ho riscoperto e iniziato ad amare solo in tempi relativamente recenti come simbolo del “volermi bene” e tu Marni conosci bene questa storia perche’ hai avuto un ruolo importante. Dicevo sono molto sensibile perche’ sono in dolce attesa e a luglio daro’ alla luce proprio una bambina. Di certo non le faro’ bucare le orecchie prima che sia lei a chiedermelo quando sara’ piu’ grandicella ma so che quando arrivera’ quel momento sara’ un’emozione doppia. Ho gia’ avuto il privilegio di regalare i buchi ai lobi ed i primi orecchini alla bambina di una mia amica ed e’ stato molto bello accompagnarla attraverso questa esperienza vissuta da lei con la consapevolezza di un passo significativo del “diventare grande”.
Avrei poi una domanda per te Marni ma e’ una mia curiosita’ a cui non pretendo che tu risponda se non ne hai piacere anche se si ricollega al sogno di Piera. Molto interessante infatti la sua nota finale sulle madri o donne di famiglia che nella tradizione di un tempo facevano personalmente i buchi alle orecchie delle bambine. Si parlava di Cresima quindi di pre-adolescenza ma in altre parti d’Italia invece c’era l’usanza di fare i buchi proprio gia’ da neonate e ho letto in altre tue risposte che anche tu Marni hai avuto le orecchie forate fin da neonata anche se la tua “riscoperta” del fascino degli orecchini e’ arrivata dopo e solo da grande. Mi piacerebbe sapere se anche a te i buchi sono stati fatti da tua mamma stessa o da una donna di famiglia e se questo per te oggi rappresenta un valore. Lo so che e’ una domanda molto intima e percio’ scusa la mia impertinenza.
Scusami anche se questo mio commento e’ un po’ fuori topic ma in questo momento particolare della mia vita mi sentivo di condividere questi pensieri con te e con voi.
Grazie ancora Marni. Anche io auguro Buona Pasqua a te e a tutte le persone che ti seguono.
Cara Sandi che bella notizia che mi dai! Sono felicissima di sapere che stai aspettando una bimba! Auguri per questo evento! spero ci farai sapere.Stai per entrare in una nuova fase dell’esistenza e sarà una fase “bella” importante, impegnativa che spero tu possa vivere con tante felicità.Quanto al racconto di Marta sei partita da uno sgomento iniziale per poi cambiare il tuo punto di vista, riflettendo arrivando a cogliere la poesia di un gesto che, per quanto insolito, sembra contenere tenerezza, amore e senso di protezione. Ricordo benissimo il primo rapporto con i tuoi fori alle orecchie, vissuto come qualcosa di doloroso e problematico e riscoperto poi come gesto d’amore verso te stessa e che spero abbia per te un forte valore simbolico. E sono sempre felice di sapere che io, in qualche modo, ho fatto parte di questa trasformazione. Felice e grata. Rispondo alla tua domanda con piacere: i fori mi sono stati fatti NON da mia mamma, ma da un’amica delle mie tante giovani zie esperta in questa arte. Ero molto piccola e mi hanno messo delle anelline altrettanto piccole. Poi da bambina avevo delle piccole gocce d’oro che in verità mi stavano bene e erano carine, ma poi per la comunione mi hanno regalato orecchini pendenti importanti e troppo grandi per il mio viso minuto da bimba. Mi hanno costretto a portarli e io li ho odiati, ho odiato portare gli orecchini e appena ho potuto, nell’adolescenza, li ho tolti ( con gran dispiacere di mia mamma) e ero molto felice di avere i miei lobi “nudi”. Era anche una forma di ribellione verso le tante donne che avevo intorno e che mi condizionavano ( e che ora mi mancano). Durante l’università ho scoperto che i miei buchetti non si erano chiusi come pensava mia mamma e ho ricominciato a mettere delle piccole palline d’oro comprate a Parigi. Di lì è iniziata la mia storia d’amore per gli orecchini. D’oro o di bigiotteria ne ho tanti di tutte le fogge, comprati in ogni luogo e tanti anche regalati. Ora che ho una certa età, porto quasi sempre le perle sia a perno che a monachella o delle anelline di oro bianco, ma ogni tanto, specie quando sono sola e non devo vedere pazienti, mi concedo il piacere di indossare qualche orecchino più originale di quando ero più giovane.E adesso per me è bello e importante ripensare a quelle donne da cui mi sentivo oppressa e criticata se non portavo gli orecchini. Le mie belle zie, la mia giovane mamma. Sono dolci ricordi e si riattivano tutte le volte che la mattina infilo le perle ai lobi. Ricambio gli auguri di buona pasqua con un abbraccio. Prenditi cura di te. marni
Ciao cara Marni. Grazie per questa risposta. Sei adorabile. Mi sto godendo ogni momento di questo percorso della maternità che e’ un dono meraviglioso. Questa bambina l’abbiamo voluta fortemente io ed il suo Papà. So che sara’ un percorso molto impegnativo ma sento anche che e’ arrivato il momento di affrontarlo e ti assicuro che lo sto viendo con tanta felicita’ e gratitudine e con emozioni che non avevo mai provato prima. Ti ringrazio per i bellissimi auguri e ti prometto che vi faro’ sapere quando la cucciola nascera’. Sara’ anche un po’ figlia di Guida Sogni perche’ la prima volta che ho scritto qui aprendo il mio cuore a te lo considero come un punto di svolta in un momento in cui avevo bisogno di incominciare a rimettere insieme i pezzi della mia vita sentimentale e non.
Grazie anche per aver condiviso il racconto dei tuoi lobi forati. E’ veramente una bellissima storia in cui non faccio fatica a immedesimarmi pur con tutte le differenze dalla mia. Capisco perche’ mi avevi predetto che un giorno sarei riuscita a dare un senso a quei buchi nei miei lobi che non volevano saperne di rimarginarsi. Li ho odiati perche’ mi erano stati estorti come una “prova d’amore” che invece amore non era. Li ho rivalutati quando il mio compagno attuale me ne ha fatta intravvedere la bellezza con amorevole candore. Adesso amo gli orecchini e per me hanno un valore simbolico grandissimo insieme ai fori che poi mi sono fatta fare per mia scelta alle orecchie e al naso per poter rivivere l’esperienza con lo spirito giusto come ricorderai.
Anche se io non bucherei mai i lobi ad una bimba senza il suo consenso trovo affascinante che le tue zie abbiano coinvolto una loro amica esperta per forarti i lobi attivando una bella rete di sorellanza per trasmetterti una tradizione che per tua mamma e per loro aveva valore. Che bello il ricordo delle tue belle zie e della tua giovane mamma ogni volta che la mattina ti infili le perle nei lobi. Mi immagino anche la gioia di tua mamma quando ti ha vista indossare quelle piccole palline d’oro che ti eri comprata a Parigi e che sei riuscita a infilare nei buchetti che per fortuna anche a te non si erano mai chiusi. Lo immagino avendo visto la gioia di mia mamma quando ho finalmente indossato gli orecchini che lei negli anni mi aveva regalato e che io avevo sempre messo da parte senza neanche provarli.
Sai che sono anch’io innamorata delle perle a monachella? Me le ha regalate lo scorso Natale il mio compagno e le adoro. Sono super classiche in oro bianco con lo zirconcino superiore. Mi piace indossarle sia in modo classico che affiancate nello stesso lobo come le sto indossando adesso.
Le conservi ancora le anelline piccole che sono state i tuoi primi orecchini? Credo che al posto tuo mi sarei fatta fare due buchetti in piu’ per tenerle sempre fisse magari entrambe allo stesso orecchio.
Un caro abbraccio a te e un saluto a tutta la community di GS. Grazie ancora.
Cara Sandi, grazie a te, sono sempre felice di leggerti perchè tue parole trasmettono forza, dolcezza e la gratitudine con cui stai vivendo questo momento così speciale. È bello sapere che anche i tuoi lobi, un tempo simbolo di dolore, siano diventati simbolo di scelta, bellezza e rinascita. Le miei anelline sono conservate con altri gioielli, ma non è a escluso che accolga il tuo suggerimento. Ti abbraccio con affetto e aspetto con gioia la notizia della nascita della tua cucciola.:-) Marni
Buondì Marni!
E’ stato veramente molto bello seguire il filo dei commenti che si sono dipanati dopo che ho raccontato il mio sogno. Non lo avrei immaginato e ringrazio molto sia Marta che Jaqcueline per i loro commenti e testimonianze, lettura piacevolissima.
Non è legato strettamente al mio sogno ma anch’io voglio fare i complimenti a Marta per la decisione di forare i lobi alle piccole Clara e Dora ed anche alla loro mamma Elena, una ragazza tosta ma di grande sensibilità materna. Per quanto anch’io non sono mai stata favorevole a mettere gli orecchini alle bimbe ancora troppo piccole per capirne il senso, in questo caso particolare, faccio volentieri un’eccezione perchè altro non ci vedo che amore, sensibilità e poesia. Anche se io trovo bellissimo il momento in cui è proprio la tua bambina che ti chiede di poter avere i buchi per gli orecchini ed è dolcissimo quando tu come mamma la accompagni a farli, trepidando con lei e creando assieme quel bel momento madre\figlia che sarà sempre bello ricordare, io sono sicura che Dora e Clara non biasimeranno la loro mamma per la decisione precoce che ha preso per loro ed avranno invece una storia tenera e ’preziosa’ da raccontare sul loro primo paio di orecchini. Mentalmente me le sto immaginando queste due bimbe con i loro piccoli stud in turchese e in arancio ed è un’immagine deliziosa.
Per quanto riguarda le memorie di negoziante di Jaqcueline invece ho sorriso leggendo perchè mi ci sono ritrovata rispecchiata nella mia esperienza personale con mia madre, una donna rimasta sempre convinta che i fori nei lobi che mia nonna le aveva praticato con le sue mani prima della Cresima secondo la vecchia tradizione piemontese fossero ’avanzi dei barbari’. Pur avendo i lobi forati lei, per tutta la sua vita adulta ha adoperato solo orecchini ’a clips’ con cui copriva quella ’vergogna incivile’ dei buchi quando raccoglieva i capelli lasciando le sue orecchie in vista. Sui lobi di mia madre quei due forellini apparentemente ben fatti sono rimasti sempre chiaramente visibili ma lei non amava neanche che se ne parlasse tanto ne provava vergogna. Una volta, lei era già molto anziana ed io vedendola tutta elegante e ben messa per andare ad una cerimonia di famiglia avevo pena per quegli orecchini a clips che pinzavano i suoi lobi e le ho fatto la proposta di metterle al posto le mie perle a perno, molto più eleganti e comode ma lei si è stizzita e non ha neanche voluto provare a vedere se i perni si riuscivano ancora a far entrare nei fori dei suoi lobi. Questo per dire quanto si erano radicati i pregiudizi di tante donne di quella generazione. Quando io da giovane avevo preso la decisione di farmi bucare le orecchie per mio gusto personale e perchè ormai era anche tornato di moda, dire che mia madre era ’sconcertata’ è dire poco.
Un saluto e auguri di buona Pasqua a voi e a tutti anche da parte mia!
p.
Buongiorno Piera grazi e grazie a te, sempre, per il tuo contributo a questi scambi. Ho preferito creare un nuovo thread con il tuo messaggio per evitare di allungare troppo. In ogni caso so che i lettori sono in grado di collegare gli argomenti. Ho letto come sempre con grane piacere ma devo dire che mi ha molto colpita e commossa la parte in cui racconti della tua mamma e del suo rapporto con i buchi ai lobi, mi fa pensare a quanto può essere profondo e resistente il condizionamento culturale, soprattutto in una generazione abituata a tenere tutto “composto”, anche le emozioni. La sua reazione davanti alla tua proposta di indossare le perle a perno è chiara, è quasi un gesto di fedeltà alla sua storia, alle sue convinzioni, e forse anche una forma di difesa contro qualcosa che per lei ha rappresentato vergogna, più che ornamento. È triste ma anche tenero, e racconta tanto di come anche simboli piccoli (come due forellini) possano contenere mondi interi. E poi il passaggio da lei a te e ora a queste nuove piccole donne con i loro stud colorati… è una vera linea genealogica fatta di significati profondi, di rotture e riconciliazioni, di scelte che si intrecciano fra amore e memoria. Grazie davvero per aver condiviso questo scorcio così personale. E buona Pasqua anche a te, di cuore. 🙂
Marni
Buongiorno cara Marni !
Un caro saluto anche alla nuova amica Piera e alla cara Marta che mi ha caldamente invitata a prendere parte al discorso che si è sviluppato proprio dall’interessante sogno di Piera. Infatti qualcosa da raccontare in proposito anch’io ce l’ho : non sono un’esperta dell’ « archetipo della grande madre » ma ho sulle spalle molti anni di esperienza da negoziante di profumeria-bijoux ed avendo iniziato a bucare i lobi delle orecchie a metà degli anni settanta ne ho viste veramente tante di ogni colore. Il sogno di Piera l’ho trovato molto interessante ma non sorprendente perché mi ha riportato subito alla mente lo spirito avventuroso con cui tantissime giovani, ancora negli anni ottanta, affrontavano il buco alle orecchie. Si trattava certamente di una tradizione antica che era stata molto radicata nella nostra tradizione occidentale ma dagli anni del dopoguerra un certo « moralismo » imperante e travestito da « modernità » ( prima ancora della moda ) aveva confinato l’atto di forare le orecchie a un imbarazzante eredità del passato di cui persino ci si vergognava come della polvere nascosta sotto al tappeto. Non per tutti ma per molti era così : anche se parecchie delle loro madri e nonne si ostinavano a indossare gli orecchini della tradizione nei loro lobi ( forati da giovanissime in un’epoca che almeno qui nell’Italia del nord ed anche in Francia sembrava lontanissima ) per tante e tante donne che vedevano negli orecchini a clips ( quasi scomparsi oggi ) una soluzione al passo coi tempi che evitava l’antica « barbarie » della foratura, era sconcertante dover accettare che le loro giovani figlie, con una mentalità più fresca, stavano ritornando a sentire un’attrazione fatale per l’orecchino tradizionale da infilare nel lobo forato ( è quello che Marta chiama « sentire il richiamo della foresta » ). Oggi può sembrarci strano perché ormai il lobo forato è stato ampiamente sdoganato ed è di nuovo considerato da tutti un dettaglio che esprime eleganza e stile, che caratterizza la donna che ha cura di sé, ma fino a trenta-quaranta anni fà non era mica ancora così e quante volte ho sentito delle mamme pronunciare la frase sconsolata « e pensare che io le avevo fatto due orecchie perfette… » riferita alle loro figlie adolescenti che arrivavano da me tutte entusiaste per farsi bucare le orecchie ! Poi magari quelle stesse mamme qualche anno ( o qualche mese ) dopo ritornavano loro stesse a farsi fare i buchi dopo avere toccato con mano l’esperienza così positiva delle loro figlie, ma spesso la prima impressione quando accompagnavano da me le loro ragazze « ribelli » a fare i buchi era di sconcerto quasi che le stessi per praticare una deturpazione alla bambina perfetta che loro avevano messo al mondo, e non un abbellimento che ne sottolinea la grazia e lo stile.
Molto interessante anche il riferimento che ha fatto Piera alla vecchia tradizione dei fori alle orecchie praticati in casa dalla stessa madre o da una donna di famiglia che è stata testimoniata diverse volte anche qui ( mi vengono subito in mente Beppe e la cara Maria Serafina ) e di cui ho sentito tante volte il racconto anche da mie clienti, dato che un tempo anche qui dalle mie parti si usava fare così al tempo della Comunione o della Cresima come un rituale familiare che portava le giovani ragazze dall’infanzia verso la adolescenza. Non ci avevo mai riflettuto consapevolmente ma adesso mi rendo conto che facendo i buchi alle ragazzine, in quel bellissimo momento di intimità e connessione che si crea nel momento fatidico, io sono stata in un certo senso come un’estensione della loro mamma che era accanto a loro e che osservava il mio lavoro, con quell’amorevole orgoglio per la propria figlia. Come cambiano i tempi : nelle epoche più recenti i primi orecchini sono tornati ad essere un regalo perfetto per la Comunione o la Cresima di una ragazzina e le mamme, che appartengono alla nuova generazione delle orecchie bucate, sono tornate a trasmettere con piacere e con tanta emozione questo gesto alle loro bambine anche se oggi lo si fa incaricando una persona « intermediaria » tecnicamente più attrezzata. Ma capisco bene l’emozione che ha sentito Marta quando ha bucato le orecchie a sua mamma ed a sua figlia : anche per me fare i buchi a mia nuora ( quasi un celebrare il suo ingresso nella nostra famiglia ) e, più recentemente, a mia nipote è stata un’emozione tutta speciale.
Infine dopo averglielo scritto privatamente, vorrei fare un pubblico applauso a Marta che ha dimostrato la sua grande sensibilità e capacità di vedere oltre i pregiudizi nel bucare le orecchie alle due gemelline Clara e Dora. Davvero un’immagine bella e molto poetica quella di queste due piccole bambine identiche ma distinte dal colore dei piccoli orecchini perché ciascuna di loro è unica. Bella e tenera l’idea della loro mamma, sono d’accordo anch’io anche se mi sono sempre rifiutata di effettuare forature su bambine che non hanno ancora l’età per esprimere un chiaro desiderio in merito. Non possedevo neanche le capacità tecniche per operare su bimbe così piccole e quindi non avrei mai potuto fare ciò che Marta, con la sua bravura ed esperienza, è stata invece in grado di realizzare. I ripensamenti che ha avuto le fanno onore ma sia io che mia nipote Stéphanie abbiamo trovato del tutto convincenti le sue argomentazioni in favore dell’intervento sui lobi delle bimbe. Brava Marta e grazie per avercelo raccontato ! Sono sicura che Clara e Dora, quando saranno più grandi, ameranno la storia dei loro primi orecchini.
In tanti anni che ho avuto il negozio non ho mai ricevuto una richiesta del genere, ma ricordo bene di aver fatto i secondi o i terzi buchi a coppie di gemelle che venivano da me insieme e mi richiedevano una configurazione dei nuovi fori differente per ciascuna ( in qualche caso speculare ) come primo atto « fisico » che le differenziava : potrebbe anche essere un’idea per Clara e Dora quando saranno più grandi. Ma altre coppie di gemelle che ho avuto come clienti invece mi ricordo che sono venute a farsi fare i buchi insieme richiedendoli perfettamente identici anche quando si trattava di fori ulteriori e non del primo paio, a testimonianza che il rapporto con il « doppio » è complesso ma non mi addentro su questo terreno che non è il mio.
Un grande abbraccio e, anche da parte di mia nipote Stéphanie, cari auguri di Buona Pasqua a voi !
Cara Jacqueline, leggerti è sempre un grande piacere e un onore sentirti vicina e sempre generosa con le tue risposte e il racconto delle tue esperienze. Per noi sono preziose. E come sempre hai colto con delicatezza tutta la bellezza di questa storia: un passaggio, pieno d’amore, che unisce generazioni e segna un nuovo inizio. Anch’io trovo poetica l’immagine di Clara e Dora, simili ma uniche, distinte da un dettaglio lieve che le accompagna verso la loro individualità.Ti abbraccio con affetto, e ricambio di cuore gli auguri di Buona Pasqua a te, a Stéphanie e a tutta la famiglia
Marni
Cara Marni, buon giorno!
Ho trovato molto bello, al di là del sogno e dei suoi significati, il tema che ha introdotto Piera con il suo contributo. Dal mio punto di vista infatti non avevo mai abbastanza riflettuto sulla atavica “prerogativa materna” nella foratura dei lobi delle orecchie delle figlie, probabilmente perché sono cresciuta in un’epoca in cui questa antica tradizione veniva riscoperta dopo un lungo periodo di affievolimento. Il mio primo paio di buchi ai lobi, a 14 anni, infatti è stato un privilegio che mi sono conquistata discutendo con i miei genitori con argomenti “da grande” per persuadere soprattutto mia madre che all’inizio era pregiudizialmente contraria per educazione ricevuta. Anche per questo motivo quando poi, diversi anni dopo, sono stata io stessa a forare i lobi di mia madre, è stato particolarmente emozionante. Aveva già compiuto 60 anni ed è stata lei stessa a chiedermelo. Come per me è stato bello rendere più belle le sue orecchie con questo “segno” indelebile, per lei è ancora motivo di vanto e d’orgoglio che a bucarle le orecchie sia stata proprio sua figlia, medico.
E che dire di quando ho fatto i buchi a mia figlia Emma, sia quelli alle orecchie che quello al naso? Per chi non pratica questo intervento meccanicamente come se fosse un qualsiasi trattamento estetico ma, come me, ne sente il fascino rituale e percepisce la connessione intima speciale che si crea fra chi opera e chi si sottopone, eseguirlo ad una figlia ha un sapore particolare, emotivamente intenso e direi proprio magico, ed è un po’ come (absit iniuria verbis) “perfezionare” l’opera di averle dato la Vita rendendo omaggio alla sua femminilità e alla sua bellezza. Per il foro all’ombelico che esula dal mio campo, invece, ero accanto a lei ma lo abbiamo delegato ad un’altra professionista.
Ho scritto un messaggio a Jacqueline per segnalarle l’intervento di Piera e per invitarla a regalarci un suo contributo sul tema. Dal canto mio terrò in speciale considerazione le riflessioni scaturite dall’intervento di Piera che, se possibile, accrescono ulteriormente la responsabilità morale del mio gesto nel momento in cui una mamma mi affida la sua bambina per compiere il rito della foratura.
Proprio questa mattina ho praticato i buchetti ai lobi a due tererissime gemelline di appena 5 mesi. La loro giovane mamma si era fatta forare i lobi da me quando aveva 12 anni ed è figlia di una mia cara amica. Confesso che di solito io non sono così favorevole a mettere i primi orecchini in età neonatale quando non sussistono motivi di tradizione culturale o familiare ma in questo caso ho trovato particolarmente originale e carina l’idea di distinguere due gemelline assolutamente identiche apponendo loro dei piccoli orecchini a perno di colore diverso e immagino che anche alle gemelle, crescendo, questo aneddoto sulla loro prima infanzia non dispiacerà. In tanti anni è stata la prima volta che ho ricevuto una richiesta del genere. Te ne ho parlato perché ho pensato che per te, cara Marni, può essere interessante per la simbologia dei “gemelli” e del “doppio”.
Un abbraccio ed un sentito grazie a Piera.
Buonasera Marta e grazie per il tuo intervento. E’ vero che ci può essere questo attaccamento atavico e questa forma di gelosia verso tutte le fasi di passaggio dei figli e la loro ritualità. Trovo importante che il nostro inconscio ce lo segnali proprio perchè possiamo gestirlo, ma sappiamo anche riconoscere e trovare il modo giusto per accontentare la “grande madre”. Quanto al tuo ultimo intervento sulle gemelline capisco bene la complessità del gesto che hai compiuto, trovo che avvalori la responsabilità implicita in certi gesti rituali, anche quando sono piccoli e apparentemente semplici. Il fatto che si tratti di due gemelline e che la madre sia a sua volta legata a te da un legame affettivo e da un ricordo dell’infanzia, rende questa esperienza ancora più ricca di significato. L’idea di distinguerle attraverso due orecchini diversi mi colpisce molto, lo trovo un modo tenero di onorare la loro individualità . Dal punto di vista simbolico, il “doppio” è un archetipo potentissimo legato al tema dell’identità, della separazione, ma anche della complementarità. E questi due piccoli fori, uguali ma con colori diversi a me appaiono come un gesto d’amore per dire a ciascuna: “ti vedo, sei unica”. Mi hai regalato un’immagine preziosa. Grazie di cuore. Un abbraccio,
Marni
Buon giorno cara Marni.
Grazie di cuore a te per il grande regalo che mi hai fatto con questa risposta, in particolare per quanto riguarda gli orecchini delle due gemelline che portano i nomi di Clara e Dora. Mi sono permessa di far leggere alla mia amica Laura, la nonna delle due bimbe, le parole che hai scritto con tanta sincerità e sentimento, oltre che come esperta studiosa dei simboli. Cito i loro nomi non solo perché ho chiesto il loro permesso ma perché mi piacerebbe che questa conversazione, grazie alla memoria del Web, restasse come testimonianza che Clara e Dora potranno leggere quando saranno più grandicelle.
La decisione di bucare le orecchie a queste due meravigliose bambine è stata molto sofferta e ponderata da parte mia proprio per il legame affettivo che ho con Elena, la loro giovane mamma che, data l’amicizia con sua madre, conosco fin da quando è nata e di cui sono stata a mia volta la pediatra. Elena è una tenera ed amorevole mammina di soli 23 anni che ha accettato con coraggio di portare avanti da sola (certo con l’aiuto di due fantastici nonni) questa gravidanza gemellare, con gioia e determinazione nonostante il padre biologico delle due bambine non ne volesse sapere. E già per questo merita stima e ammirazione. Quando Elena mi ha chiesto di mettere gli orecchini alle due gemelline però, ho esitato. Sulle prime sono rimasta interdetta, quasi sconcertata, ed ho faticato a cogliere il senso di una richiesta così “particolare”. Inoltre la mia amica Laura, nonna delle bimbe, era piuttosto contrariata e mi ha chiesto di persuadere la figlia a desistere.
Conoscendo Elena, però, ho escluso che questa richiesta fosse dettata da superficiale vanità materna, così ho deciso di fare una bella chiacchierata con lei per provare a capire meglio, ed ho fatto bene. La foratura precoce dei lobi è estranea alle consuetudini della loro famiglia e ad Elena non sarebbe mai venuta in mente questa idea se non nella situazione del tutto speciale di essere mamma di due gemelline omozigote. La sua idea infatti era esattamente quella che tu hai afferrato subito, quella di un gesto amorevole quanto simbolico per dire che loro non sono “le gemelle” ma sono Clara e Dora, due individualità distinte e uniche. Elena però non avrebbe fatto toccare le loro orecchie a nessun altro tranne che a me e quindi, sapendo che faccio i buchi anche alle più piccine, mi ha chiesto questo favore.
Dopo qualche ripensamento ho deciso di accettare nella convinzione che, quando cresceranno, è probabile che le bambine ameranno questa storia della loro prima infanzia che testimonia l’amore speciale della loro mamma per loro. Parlando con mia figlia ho anche realizzato che per le generazioni più giovani il “piercing” è un gesto accettato con molta più naturalezza rispetto a noi, gravati da un’educazione genitoriale che considerava tabù la modificazione corporea, persino la più antica, radicata e tradizionale come il foro ai lobi. Fare adesso i buchi a queste bimbe è probabilmente solo l’anticipazione di un atto che avrebbero compiuto comunque fra qualche anno e quindi, soppesando, mi è sembrato che i pro (un gesto poetico d’amore materno) superassero i contro (l’autonomia decisionale sul corpo) non diversamente da quando accetto di compiere questo atto su bimbe di pochi mesi in ossequio alla tradizione familiare e culturale della loro famiglia, ma direi con pìù sentimento e più poesia.
Elena aveva anche pensato a colori dedicati per gli orecchini, ispirati al carattere mostrato individualmente da ciascuna bambina: turchese per Clara, calma e serena e arancio per Dora, energica e sempre attiva. Non avevo in assortimento orecchini da foratura adatti ma li ho trovati nel catalogo del fornitore e li ho ordinati apposta per loro. Ieri bucare le orecchie a queste due bimbe è stata un’emozione particolare sia per me che per la loro mamma. Loro cresceranno con gli orecchini e non avranno memoria di questo momento ma avranno la ricchezza del racconto di questa storia di amore materno così tenera e speciale. Dopo aver messo loro i piccoli orecchini, appena Clara e Dora si sono riprese dal breve disagio della foratura ed erano di nuovo tutte sorrisi a ricevere le meritate coccole della loro mamma, sono stata felice per loro ed orgogliosa di non essermi fermata alla superficie dei miei pregiudizi. L’immagine di queste due bambine, completate dagli orecchini che adesso le contraddistinguono, è davvero bellissima, e anzi come hai detto tu è “preziosa”.
Immaginavo che la potenza simbolica del “doppio” che permea questa bella pagina di vita avrebbe potuto interessarti e sono felice di avertela raccontata, adesso per intero.
Davvero grazie di cuore a te Marni. Un abbraccio.
Carissima Marta, grazie per aver condiviso questa storia così toccante e piena di significato.Elena mi è parsa una giovane mamma coraggiosa e amorevole: la sua scelta consapevole e simbolica è un bellissimo atto di riconoscimento e amore verso le sue bambine. Un gesto che racconta già quanto sarà capace di accompagnarle nella loro crescita. Gesto delicato e ricco di simbolismo che onora l’identità unica di Clara e Dora fin dai primi passi. Il tuo contributo Marta è stato fondamentale: hai saputo andare oltre i dubbi iniziali, accogliendo con grande sensibilità il desiderio profondo di Elena e questo ha contribuito a dare valore a questo rituale “affettivo”. Sono felice di aver potuto contribuire, anche solo con qualche parola, a tutto questo. 🙂 Un abbraccio
Marni
Buondì dottoressa Marni!
Ho sognato una situazione che mi ha riportato indietro di 20 anni o forse più quando avevo accompagnato mia figlia che al tempo era adolescente, a bucare i lobi delle orecchie. Io in questo sogno rivivevo la stessa scena che per una mamma è molto coinvolgente perchè si mescola l’orgoglo materno col senso di protezione e con la consapevolezza amorevolmente rassegnata, che si tratta di un primo gesto di indipendenza sul proprio corpo di una figlia che abbandona l’infanzia e sta per prendere il volo.
Nel sogno la commessa della gioielleria come io la ricordo nella realtà vissuta, accudiva mia figlia con un modo di fare accurato e professionale ma anche ‘quasi materno’ ed io invece di sentirmi sollevata di vedere mia figlia ‘in buone mani’ come lo è stato in realtà, venivo sopraffatta da una gelosia cieca che mi faceva diventare furiosa e così strappavo mia figlia dalle ‘grinfie’ della commessa e le strappavo anche la pistoletta dalle mani e bucavo personalmente i lobi di mia figlia dicendo alla commessa ‘la mamma sono io! come si permette lei di prendere il mio posto!’
Per fortuna di mia figlia e mia che quando abbiamo compiuto questo ‘rito di passaggio’ tanti anni fa non ho avuto questi sentimenti, ma ne ho un ottimo ricordo anche di come la commessa ha accudito e rassicurato mia figlia.
Riflessione che ho fatto dopo il sogno: ancora ai tempi di mia madre qui in Piemonte spesso erano le stesse madri o nonne o delle parenti strette che facevano il foro alle orecchie in casa alle giovani ragazze quando arrivava per loro il momento della Cresima, quindi il ‘vincolo materno’ fra la ragazza e chi le buca le orecchie è una realtà storica effettiva.
Un saluto.
p.
Buongiorno Piera e grazie per aver condiviso questo sogno così denso e significativo. Mi ha colpito il modo in cui il sogno rievoca un momento reale vissuto con dolcezza, trasformandolo in una scena carica di emozioni conflittuali. È come se, nel sogno, emergesse la parte più profonda e istintiva del materno (l’archetipo della Grande madre nei suoi aspetti di “ombra”) che non si era manifestata allora, ma che forse vive ancora dentro di te come un’eco dell’attaccamento, del ruolo e della relazione con tua figlia. La gelosia cieca che ti spinge a “riprenderti” il tuo ruolo di madre, sembra rappresentare infatti il bisogno di riaffermare il TUO legame e il TUO posto nei momenti fondamentali di crescita di tua figlia. Come se la figura della commessa, con la sua cura “quasi materna”, avesse toccato un punto sensibile: quello della separazione. Il sogno potrebbe essere anche una manifestazione simbolica della difficoltà (o del dolore) legata al “lasciar andare” e al vedere la figlia crescere, scegliere, emanciparsi. Inoltre la commessa, con i suoi tratti quasi materni, sembra incarnare una madre alternativa, una figura che rassicura ma al contempo rappresenta una minaccia per la centralità della madre reale. Quindi prima di tutto ti invito a riflettere su questo: senti che l’autonomia di tua figlia o un suo reale legame attuale in qualche modo influiscono sul tuo sentirti “madre”? E trovo molto bella e importante la riflessione che fai alla fine: questo gesto del bucare i lobi è, culturalmente un rito di passaggio che storicamente appartiene proprio alle madri o alle donne della famiglia, ed è forse anche per questo che, nel sogno, si è riaccesa con forza la necessità di “esserci”, di non essere sostituita, di custodire quel momento di passaggio come una prova tangibile della tua importanza e del tuo/vostro legame. Un caro saluto e buona domenica
Marni
Buonasera Marni.
Mi sono appassionata da qualche tempo a questo sito e sono felice di averti finalmente conosciuta raccontandoti questo sogno. Grazie dunque per questa bella spiegazione e l’invito alla lettura della pagina sull’archetipo materno che ho trovato molto interessante anche a prescindere dal mio sogno, un sogno per me molto inquietante perchè sono sbalordita dal mio inconscio che custodisce una tale possessività nel rapporto madre\figlia di cui io a livello cosciente non avrei MAI sospettato l’esistenza!! Mi hai fatto l’invito a riflettere sulla ‘autonomia’ di mia figlia e qui posso dirti che la mia unica figlia oggi ha 30 anni e vive da 4 anni negli Stati Uniti. Ha un compagno e giocoforza ha una assiduità maggiore con i genitori di lui che con noi.
Nonostante avere una figlia che vive lontano non è una cosa semplice noi non abbiamo cercato di trattenerla perchè ci sembrava giusto lasciarla esplorare liberamente le sue potenzialità e occasioni. Anche io che ho vissuto molti anni in Francia mi sono sentita libera da giovane di poter fare le mie scelte come è giusto credo. Il mio inconscio però è chiaro che non la vede così pacificamente e mi colpisce molto la situazione che ha scelto per figurarmelo nel sogno perchè come ho detto, la riflessione sul ruolo tradizionale delle madri nel fare i buchi nelle orecchie alle figlie io l’ho fatta solo DOPO il sogno ma non ci avevo mai riflettuto consapevolmente sul fatto che fosse una ‘prerogativa materna’.
Ancora a mia madre infatti i lobi delle orecchie glieli aveva forati mia nonna stessa in casa, apposta per la Cresima (e fra l’altro mia madre questi buchi non li utilizzava nè apprezzava, li vedeva solo come residuo di un’usanza antiquata). Io avrei dovuto essere la prima femmina ‘moderna’ della famiglia lasciata con i lobi intatti, ma poi come molte della mia generazione mi sono fatta bucare le orecchie in autonomia da un gioielliere, non senza critiche da mia madre (ma spesso la moda ripesca dal passato) e così poi ho fatto anche con mia figlia appena lei stessa me lo ha chiesto, me lo ricordo ancora come fosse ieri, come un’esperienza emozionante (sia per lei che per me) in equilibrio fra gioia e un pochino di apprensione ma vissuta realmente con tanta dolcezza. Da quando è andata negli Stati Uniti mia figlia oltre a un paio di tatuaggi per fortuna discreti, si è fatta praticare degli altri buchi in tutte e due le orecchie (non solo sul lobo) e ti dirò che a me non dispiace.
Un caro saluto a te e di nuovo grazie.
p.
Buongiorno Piera grazie per aver condiviso con noi le tue riflessioni e anche la tua esperienza passata. Devo dirti che, leggendo il sogno, io ho pensato che ci fosse una “suocera” o altra figura di riferimento più vicina di te, che potesse aver stimolato il sogno e la reazione di una gelosia materna ancestrale (e inconscia). Non ho sbagliato di molto considerano che tua figlia vive lontana ed ha un’altra rete familiare a sostenerla. Ci sono parti di noi che hanno un’origine archetipica e questa tua grande madre si è manifestata forse proprio per ribadire il valore delle radici e dei legami di sangue. forse questa parte sente di avere perso il suo potere non potendo condividere le esperienze che tua figlia sta facendo lontano e forse ed ha bisogno di qualche contatto in più. Oppure è la fase dei 30 anni ( molto importante per una giovane donna) che ha risvegliato i suoi bisogni di vicinanza e accudimento. Anch’io sono felice di averti conosciuta e mando un caro saluto a te e a tua figlia Marni
Buonasera Marni.
Si direi che ci avevi preso in pieno anche se io non ti avevo fornito dettagli sulla vita attuale di mia figlia. Anche queste tue ultime considerazioni sono molto vere. Dopo 4 anni lontano e contatti belli ma rari e occasionali l’assiduità quotidiana (o quasi) che avevamo con la nostra amata figlia ci manca tanto, sia a me che al suo Papà e come naturale, la pensiamo molto.
Grazie ed ancora un caro saluto a te.
p.
Buongiorno Dott.ssa Marni. Le torno a scrivere perchè questo articolo l’ho trovato molto interessante e inoltre ci propone delle riflessioni etiche non così scontate sulla responsabilità delle decisioni dei genitori sui propri figli quando sono ancora troppo piccoli per esprimere il loro parere. Sono anche incuriosita dalla grande quantità di commenti sull’argomento dei fori alle orecchie che andrò a leggere senz’altro ma ho deciso di voler scrivere questo commento perchè potrebbe interessare una memoria famigliare che posso testimoniare su questo tema e che risale agli Anni 50.
La tradizione famigliare di fare i buchi alle orecchie alle bimbe piccolissime infatti non è una novità arrivata con l’immigrazione e le realtà multi-etniche presenti in tante città italiane di oggi ma è stata ben viva e radicata anche qui nel nostro paese. Mia madre è di origine pugliese e anche nella sua famiglia tutte le bambine hanno avuto gli orecchini prestissimo fino alla generazione di mia nonna la quale però, come donna istruita e piuttosto moderna è stata una delle prime a cambiare la tendenza e si è rifiutata di far fare i buchi alle sue figlie, ma questo avveniva in un’epoca dove lo si faceva ancora a quasi tutte le bambine infatti le coetanee di mia madre avevano quasi tutte i buchi per gli orecchini.
Ed erano gli Anni 50 quando mia madre aveva 15 anni e anche una delle sue più care amiche essendo figlia anche lei di genitori “progressisti” non aveva i buchi alle orecchie, le due ragazze molto intraprendenti decisero di voler adeguare le loro orecchie a quelle delle loro coetanee che erano state forate tradizionalmente da neonate. Così progettarono di perforarsi i lobi a vicenda usando degli aghi da cucito ben disinfettati nell’alcol e un pezzetto di sapone da mettere dietro il lobo dell’orecchio per facilitare l’operazione di conficcare l’ago. Le due amiche erano così determinate da andare in fondo e realizzare il loro desiderio di avere le orecchie forate e ad oggi mia madre lo racconta sempre con una punta di orgoglio e di nostalgia. Hanno anche eseguito un buon lavoro perchè nessuna delle due amiche ha avuto infezione e i buchi sono anche fatti bene. Ma la cosa secondo me interessante è che la motivazione delle due amiche non era quella estetica di potersi mettere un certo tipo di orecchini che richiedeva il foro ma era più una motivazione “identitaria” di avere anche loro i lobi forati come tutte le altre donne delle loro famiglie e come quasi tutte le loro coetanee. Infatti quando si fecero a vicenda l’operazione non si misero subito degli orecchini ma infilarono nei buchi appena fatti un pezzettino di rametto di origano che le poteva permettere di lasciar guarire i fori anche senza gli orecchini che poi mia madre ha avuto finalmente regalati d’oro solo molto tempo dopo. Le famiglie di mia madre e della sua amica comunque nonostante lo stupore per quello che avevano fatto le loro figlie l’hanno presa bene e tutto sommato guardato alla cosa con simpatia.
Quello del rametto di origano era un uso abbastanza comune anche per le donne che volevano mantenersi aperti i buchi nei lobi anche senza mettere gli orecchini. Mia madre stessa per molto tempo ha continuato a tenersi il pezzetto di origano infilato nei fori sotto gli orecchini a clips che si metteva negli anni che erano di moda perchè per lei quei buchi fatti insieme all’amica erano importanti per ciò che rappresentavano sia come conquista personale che come testimonianza di amicizia. La sorella maggiore di mia madre invece da giovane era orripilata dall’idea di forarsi le orecchie però va detto che alla fine si è fatta fare i buchi anche lei ma solo in epoca molto più recente quando ha compiuto 70 anni, e mi ricordo che mia madre era andata ad accompagnarla in oreficeria ed era stato vissuto come un avvenimento “epocale” in famiglia.
L’avventura da ragazza di mia madre è tornata a mio favore quando in terza media ho chiesto di potermi bucare le orecchie che era l’ultima moda e mia madre mi ha subito accompagnata a fare i buchi con la pistola in oreficeria tutta contenta che pure io volevo compiere quello stesso rito di passaggio adolescenziale mentre invece mi ricordo di altre mie amiche che hanno dovuto discutere con i genitori contrarissimi a forare le orecchie oppure farlo contro il loro parere e poi subirne le conseguenze.
Un saluto e grazie per questo argomento. Sono anch’io una donna amante degli orecchini e ne possiedo una discreta collezione!
Buongiorno Carla, grazie per questa bellissima testimonianza e per averci raccontato la storia di tua madre e della sua amica. La decisione di forarsi le orecchie come esigenza identitaria più che come fattore estetico, è qualcosa che non era ancora emerso nel gran numero di esperienze inviate dai lettori. D’altra parte, trattandosi di due adolescenti è logico pensare che ci fosse anche questo bisogno di conformarsi al gruppo. Interessante anche la tradizione di infilare un rametto di origano nel foro appena fatto per evitare che si chiudesse ( deve avere delle qualità cicatrizzanti se è stato scelto a questo scopo), ma di questo particolare mi par di ricordare abbia parlato anche qualcun altro. Se avrai il tempo e la pazienza di leggere i commenti scoprirai che confermano la grande ricchezza a livello di tradizioni, di storia e costume del nostro paese. Gli ultimi anni hanno visto anche un’inversione di tendenza per quanto riguarda le persone più “resistenti” o addirittura “orripilate” all’idea di farsi i fori. Molte signore già in là con l’età prendono la decisione di forarsi le orecchie con un ritrovato gusto giovanile e ne traggono grande beneficio in termine di vitalità, divertimento e ritrovato contatto con la propria femminilità. Capisco e condivido il tuo gusto per gli orecchini. Un caro saluto e te marni
–> Seguimi anche sulla mia pagina Facebook e Instagram
Salve Dott.ssa Marni. Ringrazio per la risposta che lancia temi molto interessanti e mi scuso per questo commento così tardivo.
In particolare ho trovato interessante la riflessione sul “bisogno di conformarsi al gruppo” che può aver spinto mia madre e la sua amica a volersi forare le orecchie. Effettivamente trattandosi all’epoca di due adolescenti è molto probabile che ci fosse realmente questa spinta ma io non ci avevo mai pensato vedendo solo il modo originale e coraggioso con cui hanno realizzato il loro progetto distinguendosi dalle altre ragazze cresciute ritrovandosi i lobi già forati fin da neonate come se fosse del tutto naturale averceli così. Mia madre mi ha spiegato che negli Anni 50 avere o non avere i buchi per gli orecchini non era una scelta della ragazza ma se i genitori te li avevano fatti fare da piccina ce li avevi altrimenti nisba. Invece lei e la sua amica hanno rifiutato il fatalismo e son passate all’azione, ma a pensarci bene credo che tutte e due le cose siano vere cioè sia bisogno di essere come le altre (conformismo adolescenziale) che uno spirito molto intraprendente (originalità e determinazione fuori dal comune).
Seconda cosa che ho trovato molto interessante è quella delle signore già avanti con l’età che in questi ultimi anni stanno decidendo di forarsi le orecchie. Pensavo che mia zia fosse un caso più unico che raro e invece leggendo altri articoli e commenti su questo argomento ho scoperto diverse storie analoghe e parallele anche molto belle quindi è proprio un’inversione di tendenza. Ne parlavo ieri con mia suocera e mi ha raccontato di una sua amica che si è forata i lobi di recente ed è una signora che ha oltrepassato la settantina. Confermo dall’esperienza di mia zia il beneficio di vitalità e femminilità. Da quando ha i buchi ha trovato un gusto e un divertimento nel mettersi gli orecchini che lei stessa neanche si immaginava prima. Mia madre a volte ci scherza ricordandole di quando era orripilata dal solo pensiero del forare i lobi ma direi che il cambio di atteggiamento delle donne più “resistenti” ai buchi è una cosa molto positiva.
Da appassionata e amante degli orecchini ringrazio ancora. Tutti gli articoli su questo tema sono letture anche più interessanti di quello che avrei immaginato. Un caro saluto.
Buongiorno Carla, si parlerei proprio di inversione di tendenza soprattutto per quelle signore già in là con gli anni che fino a questo momento non avevano avuto il coraggio o avevano rifiutato il foro ai lobi. E’ vero che la pubblicità e la maggior disponibilità ad accogliere questo rituale (che diventa “moda”) fa la sua parte, ma è altrettanto vero che se può servire a rivitalizzare l’espressione della propria femminilità o anche l’intimità nella coppia, ben venga. Grazie a te per il tuo contributo e le tue riflessioni. Un caro saluto Marni
Seguimi anche su Facebook e su Instagram