Dopo aver parlato della nascita della personalità e dei Sè primari indaghiamo il polo opposto: i Sé rinnegati, gli aspetti d’ombra presenti in ogni essere umano. In questo articolo scopriremo cos’è l’ombra junghiana, cosa sono e come si formano i Sé rinnegati, come si manifestano e come riescono a fuggire il controllo della coscienza.  

ombra junghiana

Ombra junghiana

Nel modello del Voice Dialogue, Hal e Sidra Stone definiscono Sé rinnegati tutte quelle parti della personalità che, nel corso dello sviluppo, vengono represse e spinte nell’inconscio perché considerate inaccettabili o inadeguate rispetto ai valori dominanti dell’ambiente in cui si cresce.

I Sé rinnegati sono l’opposto speculare dei Sé primari: ne rappresentano l’opposto, le energie interiori che non hanno trovato spazio nella vita conscia, perché ritenute pericolose o scomode. A differenza dei Sé primari, che vengono incoraggiati, rinforzati e assumono il controllo della personalità, i Sé rinnegati vengono esclusi dal sistema psichico visibile.

Come si origina questo processo?

Per ogni energia psichica che si sviluppa attorno al nucleo vulnerabile del bambino, ne esiste una opposta che, se percepita come sgradita o inadeguata all’ambiente, viene giudicata e confinata nell’inconscio. Il bambino, fin dai primi mesi di vita, si confronta continuamente con le risposte che riceve: pianto, riso, bisogno di attenzione, entusiasmo, rabbia, gioco… ogni espressione provoca una reazione nel mondo adulto. E queste reazioni, che siano di accoglienza o di distacco, di amore o di rifiuto, non passano inosservate.

I Sé primari, che già in tenerissima età iniziano a formarsi, hanno il compito di interpretare questi segnali, adattarsi e strutturare comportamenti che garantiscano protezione, accettazione, accudimento. Il bambino, infatti, non può permettersi il rischio di essere escluso: la sua sopravvivenza dipende dalla relazione con l’altro.

In questo modo, il sistema psichico impara a conformarsi: i Sé primari guidano il comportamento e si modellano in risposta ai feedback ambientali, assicurando la sopravvivenza. Ma questo adattamento ha un costo: ogni volta che un’espressione spontanea viene respinta, un Sé opposto viene rinnegato. Così, tutte le parti che non corrispondono ai modelli accettati da famiglia, scuola, cultura di appartenenza, vengono automaticamente archiviate come “sbagliate”, pericolose, da non mostrare.

Si genera allora una prima frattura tra ciò che può emergere alla coscienza e ciò che deve rimanere nascosto.

Una divisione che col tempo si irrigidisce, dando luogo a un processo automatico di selezione interiore: ciò che è “giusto” secondo l’ambiente viene potenziato e reso visibile, mentre ciò che è “sbagliato” viene rimosso e relegato ai margini della psiche.

Ogni Sé primario che consente alla persona di sentirsi amata, accolta, stimata, prevede dunque, implicitamente, l’esclusione di un potenziale Sé rinnegato. Eppure, questi aspetti non scompaiono: restano attivi nell’inconscio, pronti a riemergere in momenti di crisi, nei sogni, nelle fantasie diurne, nei sintomi psicosomatici, nei lapsus o attraverso il lavoro interiore.

I Sé rinnegati non scompaiono: si nascondono nell’Ombra

Ma i Sé rinnegati vengono davvero eliminati? La risposta è NO.

Queste parti non spariscono: vengono semplicemente rimosse dalla coscienza, spinte ai margini della psiche e sepolte in profondità, in quella che Jung ha definito l’Ombra. È come se venissero chiuse in una sorta di cantina interiore: non più visibili, ma ancora vive, pulsanti, attive.

E proprio perché represse, queste energie non smettono di agire. Al contrario, più vengono negate, più tendono a sfuggire al controllo del sistema primario, cercando una via per esprimersi. La loro forza, a lungo trattenuta, può trasformarsi in un’energia compressa e pericolosa, pronta a deflagrare sotto forma di rabbia, sabotaggi interiori, comportamenti distruttivi.

  • I Sé rinnegati non restano quieti nell’inconscio: si muovono, ribollono, reclamano attenzione.
  • Influenzano pensieri, emozioni, scelte.

Si manifestano nei sogni e negli incubi, nei tic nervosi, nei lapsus, nelle coazioni a ripetere, nei sintomi psicosomatici. Appaiono sotto forma di fantasie improvvise (daydreams), esplosioni emotive, gesti che sfuggono al controllo dell’Io cosciente.

Talvolta riemergono nei momenti meno opportuni, lasciando il sistema primario in preda alla vergogna, alla confusione, al dolore. Nei casi più estremi, questa irruzione dell’Ombra può condurre a gesti drammatici e irreparabili.

Non è raro, nei fatti di cronaca, sentire vicini e conoscenti descrivere l’autore di un gesto estremo come “una persona tranquilla, gentile, riservata”. Ed è proprio lì, dietro quella maschera costruita dai Sé primari, che l’Ombra ha covato a lungo, fino al momento della sua violenta emersione.

Cosa accade quando l’Ombra ha il sopravvento?

In questi casi drammatici, la persona che arriva a compiere un gesto estremo ha spesso represso per anni, talvolta per tutta la vita, le sue pulsioni più istintive, le emozioni ritenute “sbagliate” o “inaccettabili” dal proprio sistema primario: rabbia, aggressività, desideri, fragilità.

Ha esercitato un controllo rigido, capillare, così efficace da non lasciare trasparire nemmeno il minimo segnale di ciò che stava accadendo dentro di sé. Ma ogni emozione negata si è ingigantita nell’inconscio, ogni Sé rinnegato ha accumulato forza fino a trasformarsi in un nucleo esplosivo. Proprio come una pentola a pressione senza valvola di sfogo, che alla fine esplode.

È un caso estremo, certo. Ma è davvero così raro?

Quante volte ci capita di vedere, o di vivere in prima persona, reazioni sproporzionate, scatti d’ira improvvisi, crolli emotivi, azioni che sembrano “venire da fuori” e che lasciamo accadere senza comprenderne il significato?

Ci sentiamo allora confusi e vergognosi e pensiamo: ” Ma io NON  sono questo! IO non sono così!

Come riconoscere i Sé rinnegati

Riconoscere i propri Sé rinnegati può rivelarsi sorprendentemente semplice: tutto ciò che ci disturba, che ci provoca fastidio, giudizio, disagio o addirittura disgusto… vibra dell’energia di un Sé rinnegato.

Mentre i Sé primari ci fanno sentire “nel giusto”, integri e coerenti con l’immagine che abbiamo di noi stessi, i Sé rinnegati ci mettono a disagio. Ci fanno sentire vulnerabili, esposti, a volte persino inadeguati o vergognosi.

Il campo privilegiato in cui intercettarli è quello delle relazioni: famiglia, coppia, amicizie, colleghi. È lì che i Sé rinnegati trovano il modo di farsi vedere, specchiandosi negli altri.

Ogni volta che una persona ci affascina irresistibilmente, oppure ci provoca un’irritazione “a pelle”, che non sappiamo spiegare razionalmente… è probabile che si stia attivando un nostro Sé rinnegato.

Il giudizio che proviamo verso quella persona è spesso una reazione difensiva dei nostri Sé primari, che percepiscono una minaccia nella risonanza con un aspetto interiore escluso, ma ancora vivo e vibrante dentro di noi.

Queste reazioni sono messaggi, segnali di allerta. Sono campanelli d’allarme che ci invitano a guardare più da vicino una parte di noi che abbiamo allontanato, ma che desidera essere vista, riconosciuta, accolta.

Confrontarsi con i propri Sé rinnegati, soprattutto quando ci vengono riflessi dagli altri, è tutt’altro che facile. La reazione più spontanea è evitare la persona che ce li fa incontrare, magari etichettandola come tossica, esagerata, sbagliata.

Ma la vita è tenace, e continuerà a farci incontrare quel tipo di persone in contesti diversi, finché non inizieremo a lavorare dentro di noi. Finché non ci fermeremo ad ascoltare e integrare quegli aspetti interiori che abbiamo rinnegato, ma di cui, paradossalmente, abbiamo profondamente bisogno.

Un esempio concreto? Chi si identifica fortemente con l’ideale di pace, calma, non violenza, tenderà ad attirare nella propria vita persone aggressive, spesso con vissuti da vittima. Il messaggio è chiaro: quell’aggressività non riconosciuta all’interno cerca uno spazio per esprimersi attraverso l’esterno. L’altro diventa così lo specchio di un Sé rinnegato che reclama voce.

Cosa significa integrare l’aggressività?

Integrare un Sé rinnegato come l’aggressività, non significa diventare aggressivi o violenti. Non si tratta di assomigliare a chi incarna quella forza in modo distruttivo o incontrollato, ma di riconoscere e recuperare la qualità positiva che si cela dietro quell’energia.

Nel caso dell’aggressività, ciò che va integrato è l’assertività, la capacità di dire “no”, di difendere il proprio spazio, di stabilire confini chiari, di proteggere la propria vulnerabilità senza sentirsi in colpa.

Quando un Sé rinnegato viene riconosciuto e accolto, smette di agire in modo esplosivo o sabotante e può diventare una risorsa vitale nella nostra esperienza quotidiana.

Altri esempi di Sé rinnegati

Chi è molto identificato con il senso di responsabilità, con il dovere e l’efficienza, tenderà a rinnegare gli aspetti più leggeri, emotivi, creativi, giocosi. Quei Sé rinnegati si presenteranno allora come persone frivole, irresponsabili o infantili, spesso irritanti… eppure portatori di un’energia che manca e di cui si ha bisogno.

Chi si identifica con la fragilità, la dolcezza, la sensibilità può rinnegare gli aspetti più forti, determinati, diretti. E si troverà spesso a sentirsi sopraffatto da persone dure, autoritarie, decise.

Chi vive fortemente nell’energia mentale, nella logica e nel controllo razionale tenderà a rinnegare l’intuizione, l’istinto, l’estroversione e l’espressività. E si sentirà a disagio con chi agisce “di pancia”, spontaneamente, senza pensarci troppo.
Gli esempi potrebbero continuare all’infinito. Ognuno può guardare dentro di sé e chiedersi:

    • Cosa mostro agli altri di me?
    • Cosa mi è facile esprimere?
    • E cosa, invece, non riesco nemmeno a tollerare quando lo vedo negli altri?

Familiari, partner, figli, colleghi, amici stretti… spesso sono proprio loro a incarnare i nostri Sé rinnegati.

Sono la nostra Ombra che cammina.

I Sé rinnegati nei sogni

Nei sogni, i Sé rinnegati appaiono spesso sotto forma di figure disturbanti, minacciose o ripugnanti. Tutto ciò da cui l’io onirico fugge, tutto ciò che genera paura, rabbia o disgusto… parla di un Sé rinnegato.

E quanto più questa parte è stata esclusa dalla coscienza, repressa, ignorata, temuta, tanto più nei sogni prenderà forme spaventose, mostruose, demoniche.

Il diavolo, ad esempio, è una delle immagini oniriche più ricorrenti: rappresenta un Sé rinnegato “compresso”, arrabbiato, che non ha trovato altro modo per manifestarsi.

Ma anche ladri, assassini, uomini neri, creature deformi, ombre che inseguono, stanze buie, fughe, attacchi improvvisi… sono tutti modi in cui l’inconscio tenta di mostrare al sognatore ciò che è stato escluso, ma che vuole essere visto.

E tuttavia, il sogno è un luogo sicuro. È uno spazio protetto in cui questi aspetti possono essere avvicinati con delicatezza, ascoltati, compresi. E piano piano, integrati.

I Sé rinnegati nei sogni sono una grande opportunità evolutiva: contengono risorse dimenticate, energie vitali, possibilità di espansione del proprio essere. Ma per accoglierle serve un lavoro consapevole.

Un lavoro che può essere fatto attraverso due strumenti potenti:

Le sedute di Voice Dialogue, in cui le sub-personalità vengono ascoltate direttamente.
Il rientro guidato nel sogno, che permette di esplorare in modo vivo e protetto le immagini oniriche disturbanti, per comprenderne il messaggio profondo.

Per iniziare a riconoscere i tuoi Sé rinnegati, puoi provare questo semplice esercizio di auto-osservazione. Ti aiuterà a portare luce su quelle parti di te che hai messo da parte, ma che continuano a farsi sentire nei gesti quotidiani.

Esercizio: Individua i tuoi Sé rinnegati nella vita quotidiana

1. Fai una lista delle persone che ti disturbano 

Pensa alle persone che ti danno fastidio, che ti infastidiscono “a pelle”, che ti irritano, che giudichi come “troppo” (troppo rumorose, troppo superficiali, troppo arroganti…). Scrivile su un foglio e accanto a ciascun nome annota quali tratti ti danno fastidio.

2. Fai una lista delle persone che ammiri profondamente

Ora pensa alle persone che ti affascinano, che ammiri intensamente al punto che  vorresti essere un po’ di più come loro, ma che allo stesso tempo ti sembrano “irraggiungibili” o “diverse da te”. Annota anche qui i tratti che le rendono così attraenti per te. 

3. Cerca le energie rinnegate

Guarda entrambe le liste e chiediti:

  • C’è qualcosa di questi tratti che io non mi permetto mai di esprimere?
  • Mi sentirei in colpa, inadeguato o in pericolo se agissi in quel modo?
  • Come mi hanno insegnato a giudicare queste qualità nella mia storia personale o familiare?

Le risposte che emergono ti aiuteranno a riconoscere le qualità che hai escluso dalla tua identità: sono i tuoi Sé rinnegati. 

4. Osserva le ricorrenze 

Ritorna a questo esercizio ogni volta che incontri qualcuno che ti scatena una reazione emotiva intensa (positiva o negativa). Quelle emozioni sono il campanello d’allarme: un Sé rinnegato sta cercando di farsi sentire.

Ricorda:

Ciò che tendiamo a giudicare (o ammirare) negli altri è spesso l’espressione di parti di noi che abbiamo escluso per adattarci, ma che restano essenziali per ritrovare un senso di pienezza e autenticità.

Non c’è nulla di “sbagliato” nei tuoi Sé rinnegati. Sono solo energie che aspettano di essere viste, riconosciute e trasformate. E spesso contengono proprio la chiave di cui hai bisogno per evolvere, guarire o compiere un passo nuovo nella tua vita.

Se desideri esplorare in modo guidato questi aspetti attraverso il Voice Dialogue o il lavoro onirico, puoi prenotare una seduta individuale scrivendo a questo indirizzo email. È un’opportunità concreta per approfondire la conoscenza di te stesso e aprirti a nuove possibilità di crescita.

Marzia Mazzavillani Copyright © Vietata la riproduzione del testo

 


 

Bibliografia:

  • Stone, H., & Stone, S. (1989). Embracing Our Selves: The Voice Dialogue Manual. Novato, CA: Nataraj Publishing. (trad. it. Il Dialogo delle Voci: Conoscere ed integrare i nostri sé nascosti, Piacenza: Amrita, 1996).
  • Stone, H., & Stone, S. (1993). Embracing Your Inner Critic: Turning Self-Criticism into a Creative Asset. New York: HarperCollins. (trad. it. Il critico interiore. Come trasformarlo in un potente alleato, Roma: Futura, 2002).
  • Errani Civita F. (2005). Il Caleidoscopio interiore, Firenze: M.I.R., 2005

 

 

Marzia Mazzavillani Copyright © Vietata la riproduzione del testo



Prima di lasciarci

Caro lettore, spero che questo articolo ti abbia offerto una maggiore comprensione del processo psicologico che accomuna tutti gli esseri umani, te compreso.

Se hai domande o desideri ulteriori chiarimenti o se il tuo sogno ha portato alla luce aspetti rinnegati che ti piacerebbe esplorare, sentiti libero di lasciare un commento e sarò felice di risponderti.

Inoltre, se desideri approfondire il significato di un sogno attraverso una consulenza privata, non esitare a contattarmi.

Ti ringrazio per l’attenzione e per il supporto nel diffondere il mio lavoro.

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SE’ RINNEGATI L’OMBRA junghiana e le profondità inconsce ultima modifica: 2015-04-22T07:00:27+02:00 da Marni